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Monti, pagine sporche di ieri e di oggi

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Gli “spin doctor” che suggeriscono dietro le quinte le mosse dei loro datori di lavoro, indicando le cose da dire, quelle da non dire, come attaccare gli avversari e come rifugiarsi “in angolo” quando necessario, hanno un compito molto difficile. Infatti, anche se fossero in grado di elaborare a tavolino le strategie comunicative più raffinate, devono poi fare i conti con la variabile umana – e perciò stesso imperfetta – cioè con la capacità del candidato di reagire agli imprevisti e di evitare di cadere in errore.

Se ne è avuto un esempio nella puntata di ieri 18 Febbraio, nella trasmissione “L’aria che tira”, durante la quale Monti Robot si è trovato di fronte imprevedibilmente a un’esodata che anziché pietire la propria condizione è andata giù piatta, definendo la riforma – unica – delle pensioni, tragicamente attuata dal Governo, “una pagina sporca della Republica Italiana”.

La risposta di Monti è tutta da analizzare: “mi permetto di completare la sua affermazione dicendo che altrettante pagine sporche e più colpevoli della repubblica italiana sono stati vent’anni di vacche mediamente grasse o non così magre come nel 2011/2012, in cui i politici hanno parlato e non hanno fatto”.

Vorrei attirare l’attenzione su due parole di Monti: “completare” e “altrettante”; vale la pena di soffermarsi sui significati:

Completare: integrare mediante una o più aggiunte complementari

Altrettanto: nella stessa misura di quanto precedentemente enunciato

A meno che Monti non abbia parlato senza pensare a quello che diceva, il senso che si estrae dalle sue frasi è che l’affermazione della signora esodata non ha inteso respingerla, bensì integrarla e che contempla che la riforma delle pensioni sia altrettanto sporca del parlare senza realizzare che ha contraddistinto i politici degli ultimi vent’anni; in soldoni: si, una schifezza ma non peggiore di altre schifezze.

Che per gli stuoli di esodati tuttora in attesa trepidante di notizie certe sulla propria salvaguardia, per gli esodati non salvaguardati e per i lavoratori attivi che si sono visti spostare di 5 -7 anni la loro pensione ormai in dirittura d’arrivo la riforma sia una porcata epica è noto, ma apprendere che Monti non respinge ciò sdegnosamente, magari con corollario di promesse di un dorato mondo a nascere dalle macerie che ci stanno cadendo addosso, ma tranquillamente inghiotte la definizione di “pagina sporca della Repubblica italiana” applicata all’unica riforma fatta dal suo Governo lascia perplessi; figuriamoci come avrà lasciato perplesso “lo spin doctor”.

Altro che confronti a sei; la migliore strategia degli oppositori di Monti dovrebbe essere quella di lasciarlo girare per l’Italia e per le televisioni, dato che non tutti i giornalisti/conduttori stanno in ginocchio sui ceci e non tutti selezionano il pubblico in modo che non disturbi il manovratore.

E se zittire Berlusconi o Bersani o Grillo facendo leva sulle loro debolezze accuratamente e a lungo studiate a tavolino dagli strateghi è cosa fattibile con successo, rispondere a braccio a cittadini a cui non si possono imputare colpe ataviche alle quali crocifiggerli e che vanno dritti al sodo non sembra essere nelle corde di Monti. Del resto i dodici mesi di governo sono stati costellati di grandi affermazioni di apertura al dialogo da parte sua e del suo ministro del lavoro abbinate a una continua latitanza dal confronto. Forse se ne comincia a capire il perché: può non trattarsi solo di difficoltà a relazionarsi dovuta alla vocazione elitaria, ma proprio di poca capacità dialettica di gestire situazioni che possono improvvisamente sfuggire di mano.

A meno che non si voglia pensare proprio male e il problema non risieda invece nel dubbio  da parte di chi ha fatto la madre di tutte le riforme che la stessa sia “una pagina sporca della Repubblica”; affermazione da “completare” citando “altrettante” pagine sporche.

Speriamo che le elezioni consegnino il paese a qualcuno ben dotato di detersivi sociali ed economici.

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