Di fronte al dissesto finanziario del Monte dei Paschi e al nervosismo intorno alle nuove nomine della Fondazione, lo scorso maggio il Comune di Siena si è sciolto. Il sindaco, Franco Ceccuzzi, amico e testimone di nozze di Giuseppe Mussari, si è dimesso e mentre Bersani e Renzi (entrambi Pd ndr) si giocavano la partita delle primarie nazionali, in città a Siena, Ceccuzzi vinceva le primarie per correre nuovamente al Comune. Candidati alle primarie senesi solo lui e il candidato di Sel. Resta fuori dai giochi Bruno Valentini, sindaco di Monteriggioni (Siena), dirigente del Pd e funzionario del Monte dei Paschi da trent’anni, nonostante abbia raccolto più firme di quanti voti abbia preso Ceccuzzi. “Mi hanno escluso a causa di regole inventate – dichiara a Dina Lauricella di Servizio Pubblico -, fatte apposta per escludere chi non era dentro i meccanismi istituzionali della politica che conta”. Garantire a Ceccuzzi la corsa a sindaco di Siena per riconfermare un sistema di potere. Valentini parla di un “un cerchio magico intorno ad alcuni dirigenti per cui la filiera è: Bersani, D’Alema, Fassina, Rossi e Ceccuzzi. Dobbiamo trovare un meccanismo diverso delle nomine della Fondazione – continua -, non può essere una nomina che il sindaco fa su persone che a lui aggradano. Mussari – afferma – era il suo referente nella Fondazione e dentro la banca, non a caso è stato il principale finanziatore privato del Pd, 700mila euro negli ultimi dieci anni. Come avrebbe fatto il Pd nazionale a contare se non avesse avuto un piede dentro l’Unipol o Mps?”

 

 

 

Articolo Precedente

Favia vs M5S: “C’è un parallelismo con le sette: se ne esci ti fanno sentire in colpa”

next
Articolo Successivo

Tante agende digitali. Ma le riforme necessarie sono altre

next