“Stasera mi sono trovato curiosamente d’accordo con Monti: è vero, la politica stia lontana dalle banche. Ma è tanto più vero dire: i banchieri stiano lontani dalla politica”. Nichi Vendola, leader di Sel, ha commentato così da Napoli la polemica tra Bersani e il primo ministro a proposito delle interferenze tra banche e politica. L’apertura al premier, tuttavia, si ferma a questo. Quando gli si chiede della possibilità di un accordo tra il centrosinistra e Monti, Vendola torna infatti intransigente e anzi si tira fuori da un eventuale Governo aperto all’area moderata di centro: “Io mi sono vincolato nella coalizione come davanti a un notaio firmando un programma che si chiama “Italia Bene Comune”. Quel programma che ha voluto Bersani, e non io, è incompatibile con le politiche di austerity che stanno aggravando la situazione economica e sociale dell’Italia e dell’Europa. Il mio impegno è a contribuire alla stabilità, alla governabilità di un Governo che abbia come bussola la giustizia sociale e come programma quello che io ho firmato nella carta d’intenti. Fuori da quella roba lì io non ci sono, è chiaro?”. Ma quando gli si chiede se e per quanto resterà governatore della Puglia, Vendola non mostra la stessa fermezza: “Resterò governatore fino all’ultimo momento utile per mettere in sicurezza i beni della Puglia. Governare significa buttare il sangue sui problemi, studiarli, conoscerli, trovare soluzioni”. Continuerà a farlo anche dopo le elezioni? “Chi lo sa?”  di Andrea Postiglione

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