Un malore nella notte, poi la caduta e il ricovero immediato all’ospedale Maggiore di Parma, nel reparto riservato ai detenuti. Calisto Tanzi, l’ex patron di Parmalat, sabato notte è stato trasportato d’urgenza all’ospedale dal carcere di via Burla, dopo essere stato trovato a terra privo di sensi nella sua cella dalle guardie penitenziarie durante il turno notturno. È ricoverato per accertamenti, in attesa che si ristabilisca dalla caduta accidentale in cui ha battuto la testa, le mani e il costato a terra.

Secondo le prime ricostruzioni l’imprenditore parmigiano, in carcere dal 2011 dopo la condanna per il crac Parmalat, si è sentito male mentre stava andando in bagno. Un malore forse dovuto a un calo di pressione improvviso causato dalle sue precarie condizioni di salute, visto che nell’ultimo periodo l’uomo, che ha 74 anni, era visibilmente dimagrito ed era arrivato a pesare meno di cinquanta chili. Secondo i primi riscontri dal Maggiore, nella caduta Tanzi ha riportato un ematoma alla testa ed ecchimosi alle costole e al viso. I medici assicurano che non avrebbe riportato danni cerebrali, ma di quanto successo sabato notte e della caduta l’ex imprenditore non ricorda nulla. Sono in corso accertamenti ed esami per capire le reali cause del malore.

Da tempo gli avvocati dell’ex re del latte chiedevano la concessione dei domiciliari per le precarie condizioni di salute dell’uomo, che si sono aggravate con la detenzione, senza però ottenere alcun risultato. L’istanza presentata dai legali si fonda sul fatto che Tanzi è anziano, soffre di cuore ed è stato anche colpito da un ictus, e che quindi le sue condizioni di salute sono incompatibili con il regime di detenzione in carcere.

Il prossimo verdetto sulla richiesta più recente, presentata a ottobre, è atteso il prossimo 5 marzo dal Tribunale di sorveglianza di Bologna. A dicembre gli avvocati avevano sollecitato i magistrati e chiesto che al proprio assistito venisse concesso un permesso temporaneo fuori dal carcere per potersi curare e ristabilirsi, ma non avevano ottenuto alcuna risposta. Dopo quest’ultimo incidente, la richiesta è stata inoltrata con urgenza via telegramma ai tribunali di Reggio Emilia e Bologna, oltre che alla direzione del carcere di Parma, affinché venga dato al più presto un riscontro sull’istanza di concessione dei domiciliari.

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