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San Marino: l’ingranaggio finanziario pozzo delle mafie

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Ricordo, come fosse ieri, l’intervista di Alberto Nerazzini per Report all’ex direttore di un istituto bancario di San Marino, Valter Vendemini.

Quell’incontro avvenne nel piccolo Stato estero situato nel cuore dell’Italia e confinante con le Marche e l’Emilia Romagna, dove Vendemini viveva da latitante. Su di lui infatti, pendeva un mandato di arresto europeo e la Procura di Catanzaro ne aveva chiesto l’estradizione. Vendemini era finito in un’indagine di riciclaggio, si chiamava “Decollo Money”, della Dda di Catanzaro. Insieme a lui pezzi da 90 della ‘ndrangheta come Vincenzo Barbieri detto “il ragioniere” del clan Mancuso. Vincenzo Barbieri era specializzato nel narcotraffico. Era, perché è stato giustiziato nel marzo del 2011 da due uomini armati di fucile e pistola nella sua Calabria.

Valter Vendemini era stato il direttore del Credito Sammarinese in liquidazione dall’ottobre del 2011 dopo che la Banca Centrale di San Marino gli ha revocato l’autorizzazione ad operare.

Il Credito Sammarinese aveva iniziato la sua attività nel 2004 e operava in una sede ai piedi delle torri del World Trade Center di San Marino, un piccolo clone del più noto e sfortunato centro d’affari newyorkese.

Vendemini fu accusato di aver depositato nel Credito Sammarinese un milione e trecentomila euro in contanti avuti dalle mani di Barbieri. Da banchiere si era infatti improvvisato corriere e, al volante della sua auto, aveva fatto la spola da San Marino all’Hotel King Rose a Bologna (all’epoca gestito da Vincenzo Barbieri) trasportando trolley pieni di soldi.

Ma che fosse un banchiere il punto di riferimento per il riciclaggio di denaro sporco a San Marino non era un fatto isolato. Si trattava di un virus che da tempo aveva infettato il sistema bancario sammarinese; un meccanismo semplice e collaudato che permetteva anche ad altri banchieri e finanzieri di proporre servizi off shore non solo agli “onesti” evasori fiscali.

Quando Nerazzini durante l’intervista aveva chiamato “bifolchi” sia i mafiosi che i professionisti che si prestavano a investire i loro capitali, Vendemini gli aveva risposto testualmente:

“Le posso dire che oggi senza ‘sti cazzo di bifolchi, quel mondo sarebbe nella merda, non sarebbe in grado di fare assolutamente niente. Senza i Vendemini della situazione, oggi il mondo della malavita non avrebbe più la possibilità di muoversi”.

E’ la verità. Senza i bifolchi come lui, quell’ingranaggio finanziario se un giorno dovesse venire a mancare lascerebbe all’asciutto il pozzo di San Patrizio della mafia.

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