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La pizzeria degli indagati tra mafia e usura

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L’altra sera mentre guardavo lo “show” di Silvio Berlusconi a Servizio Pubblico ho ricevuto un messaggino sul telefono da un amico che mi diceva: “Io stasera sono stato a mangiare lì, è tutto aperto e al 99% a portarci le pizze è stato proprio il fratello”.

Il mio amico è uno che come me si interessa del fenomeno della criminalità organizzata e ha letto le ultime ordinanze cautelari del giudice per le indagini preliminari di Bologna sull’operazione “Vulcano“: in dicembre 2012 sono stati emessi diciotto ordini di custodia cautelare in carcere per associazione di stampo mafioso, estorsione, usura e tentato sequestro di persona commessi tra l’Emilia Romagna, le Marche e la Toscana.

La location da cui mi arriva il messaggio è una pizzeria di Verucchio, piccola frazione del riminese. Il ristorante lo conosco anch’io. Ci andavo a mangiare molti anni fa, quando aveva un’altra gestione ed era il primo ristorante a proporre la pizza con un originale condimento di noci e fette di ananas.

Oggi la gestione del locale è passata di mano ai fratelli Vallefuoco. Vallefuoco è un cognome balzato agli onori della cronaca giudiziaria negli ultimi mesi. Francesco Vallefuoco detto Franco, è il quarto dei fratelli, ed è il protagonista indiscusso dell’operazione Vulcano e Vulcano 2. Le indagini che hanno portato alla suo arresto sono il frutto di quattro anni di lavoro della Dda di Bologna.

Franco Vallefuoco, di Brusciano, ma di fatto domiciliato a San Marino, aveva sotto di sé un gruppo di campani da tempo residenti nella riviera romagnola ed era socio della Ises S.r.l., società di recupero crediti, insieme al sammarinese Roberto Zavoli, prossimo a costituirsi alle autorità italiane.

Le vittime di Vallefuoco e del suo clan erano tutti imprenditori in difficoltà economica ai quali le banche non concedevano più prestiti o avevano crediti da recuperare, così chiedevano alla società di Vallefuoco un servizio all inclusive: da una parte un prestito con tassi così alti da non essere più restituibili, dall’altra il recupero del credito dai propri debitori. E finivano così per diventare vittime e in alcuni casi anche complici degli aguzzini.

Parte dei profitti dell’attività di Vallefuoco, secondo gli inquirenti, veniva poi reimpiegata nel ristorante in cui il mio amico stava cenando.

Oltre a Franco anche i suoi fratelli sono indagati, ma per il momento liberi di servire la pizza.

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