Beppe GrilloIn Italia cresce sempre più il confronto politico attraverso internet. La conseguenza è un radicale imbarbarimento del dibattito.

Una piazza per accerrimi nemici

Testata: Frankfurter Allgemeine Zeitung
Data di pubblicazione 16 dicembre 2012
Articolo originale di Dirk Schümer
Traduzione di Claudia Marruccelli e Cristina Bianchi per www.italiadallestero.info

E’ mai possibile che in Italia il livello del confronto politico debba scendere sempre più in basso? Anche in quest’ambito internet ha aperto le porte a schermaglie, minacce e insulti tipici dei confronti politici che fanno parte del teatrino quotidiano. In particolare protagonista di questa situazione è l’antipartito “Movimento 5 Stelle” del comico e provocatore politico Beppe Grillo.

In Germania spettacoli simili – mai approdati in televisione – pieni di insulti alla classe politica non troverebbero un loro equivalente neppure tra gli spettacoli di intrattenimento. Ma questi si rivolgono, e con grande successo, a un pubblico soprattutto giovanile con un vero e proprio odio, o quantomeno disprezzo, nei confronti dei partiti italiani, del berlusconismo, ma anche dei vanagloriosi inossidabili dei partiti di sinistra.

Probabili lacerazioni interne

I  “grillini” in Italia sono i Piraten della Germania, ma considerando le difficoltà e le abitudini nazionali sono molto più volgari, violenti e sregolati. Ad ogni modo questi contestatori, che si organizzano preferibilmente attraverso la rete, hanno raggiunto nel frattempo, stando ai sondaggi, numeri rispettabili intorno al dieci per cento.

In parallelo cresce il potenziale di spaccature interne. Nel mese di settembre Giovanni Favia, il consigliere regionale di Grillo espulso dalla cerchia di seguaci del Movimento “5 Stelle”, fu minacciato:  Dovrebbero tagliargli  la gola pubblicamente, “deve essere massacrato per dare un esempio. Nessuna pietà, nessun perdono. Questi sono i nostri nemici”.

Attacchi verbali del genere testimoniano il clima politico incandescente in Italia nei confronti dell’irriverente Berlusconi, che pure fu minacciato di essere liquidato, al cinema, in rete, sui giornali e alla radio. E’ da questa estate che i grillini dispensano minacce di morte per niente  velate. Anche Federica Salsi, attivista del centro studentesco bolognese ed ex-consigliere comunale del “5  Stelle”, è stata duramente criticata da un Grillo disintossicato dalla televisione dopo una sua apparizione in un noto talk show. E anche prontamente minacciata, ripetutamente, in modo funesto sul social network: preghiamo per la sua morte, o comunque che le vengano tolti i figli.

Numerosissime minacce contro Grillo

Federica Salsi ha denunciato questa vergogna ai carabinieri, vedendo un collegamento diretto tra la condanna da parte dei profeti del partit (“La televisione è probabilmente il tuo punto G”) e gli attacchi di odio dei più giovani. Internet rende tutto più facile. Per contro Grillo si lamenta di ripetute minacce contro la sua persona, anche contro integerrimi politici locali del suo movimento, tra i quali il sindaco del paesino piemontese Carrosio, Valerio Cassano, che ha ricevuto una mail anonima che diceva che avrà bisogno della sedia a rotelle o, come minimo, di stampelle.

Solo pochi giorni fa però alcuni grillini hanno dato una strigliata in rete ad alcuni  avversari politici per aver gridato ai quattro venti presunte minacce solo per farsi pubblicità gratuita. Marco Camisano Calzolari, critico di Grillo nonché professore, è stato messo di fronte a tali critiche dopo aver annunciato a gran voce di volersi ritirare da Facebook e Twitter per paura a seguito di minacce di morte.

“Il fatto che la rete sia spesso una valvola di sfogo per gente maleducata e aggressiva rimane un triste fatto”, scrivono i blogger della “Techfanpage”, “ma nessuna persona sana di mente prenderebbe sul serio queste minacce di morte su Twitter.” Questo modo di comunicare fa dunque veramente parte del quotidiano?

Attacchi su internet finora senza conseguenze

Ora, in Italia, e soprattutto al Sud, le minacce da parte della mafia fanno parte di una triste tradizione politica e non vanno in nessun caso prese alla leggera. Secondo l’usanza precedente l’avvento dell’elettronica, in questi casi basta spedire per posta un canarino morto oppure una pallottola per far credere alla vittima di essere in grave pericolo di morte. E a volte accade il peggio.

Gli attacchi tramite internet, tuttavia, sono un fenomeno relativamente nuovo e finora senza risvolti di tipo criminale. Il fatto che, recentemente, una piattaforma italiana abbia presentato la parola “Shitstorm” [tempesta di merda, NdT] come neologismo del tedesco moderno, testimonia l’effetto fino ad oggi contenuto degli attacchi di odio politico in rete. Questo ha sicuramente a che fare col fatto che l’uso di internet in Italia, sia per portata che per qualità, resta ancora indietro rispetto ai vicini dell’Europa Centrale.

Intanto la polizia italiana non sta sottovalutando il fenomeno. Già a metà novembre ci sono stati in tutta Italia, ma in particolare a Milano, rastrellamenti nelle sedi del movimento neofascista “Stormfront”. Quest’ultimo si era specializzato in insulti verso politici e slogans di carattere razzista. Una squadra speciale romana ha reagito alle provocazioni degli ideologi di “StormFront” con quattro arresti e diciassette perquisizioni.

Questi avevano in effetti pubblicato elenchi di nomi di cittadini ebrei considerati bersagli per la gestione delle crisi economica, ma anche di politici che oscillano tra l’estrema destra e il centro come il Presidente della Camera Gianfranco Fini, definito “traditore” da mettere alla gogna, e gridando vendetta. L’azione dell’Unità Nazionale Antiterrorismo nel mese di novembre è stata finora la prima in Italia ad occuparsi nella fattispecie di delitti verbali su internet come forma di violenza politica. E considerando il clima politico surriscaldato nel paese, potrebbe non essere l’ultima.

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