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Camusso: “Discutibile che il governo tecnico faccia campagna elettorale”

La leader Cgil critica la presenza di Monti a Melfi all'incontro con i vertici Fiat: "Non posso dire se sia opportuno o no che il premier si candidi, ma un governo che non ha mandato popolare non può utilizzare gli effetti delle proprie politiche per una campagna elettorale". E incalza: "Di rigore, equità e crescita finora abbiamo visto solo il rigore"
Camusso: “Discutibile che il governo tecnico faccia campagna elettorale”
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La presenza di Mario Monti a Melfi non è andata giù a Susanna Camusso. “Trovo istituzionalmente discutibile che un governo tecnico nato senza consenso popolare utilizzi le politiche fatte da quel governo per fare campagna elettorale“. Secondo la leader Cgil, quello del premier, è un “uso elettorale della propria funzione”.

Sulla sempre più probabile discesa in campo di Monti, Camusso non si esprime direttamente (“Non posso dire io se è opportuno o non opportuno”), ma si limita a “constatare che sarebbe la prima volta nella storia del Paese che un governo che non ha mandato popolare utilizzi gli effetti delle politiche di quel periodo di governo per una campagna elettorale. Credo che non sia nelle normali regole democratiche del nostro Paese”.

La leader Cgil fa riferimento alla presenza ieri del premier all’incontro  tra i lavoratori e vertici del gruppo Fiat, Sergio Marchionne e John Elkann, svoltosi giovedì presso lo stabilimento di Melfi. “Non abbiamo visto il governo in difesa del diritto dei lavoratori”, sottolinea, riferendosi al “gruppo Fiat che opera una regolare discriminazione nei confronti di una organizzazione sindacale, la Fiom, e dei lavoratori che hanno scelto di aderire a quella organizzazione”. Già nei giorni precedenti all’incontro, Fiom e Cgil avevano criticato l’intenzione di Monti di presenziare all’incontro con i vertici Fiat, presentandolo come “l’inizio della campagna elettorale del Professore”.

Sul governo Monti la Camusso aggiunge: “Di rigore, equità e crescita abbiamo visto solo il rigore ed un rigore abbastanza cieco”. Si chiude “un anno che è stato pesantissimo per il nostro Paese. I dati dell’occupazione, della recessione, della tenuta delle famiglie confermano il giudizio che abbiamo dato da mesi: avevamo detto che le politiche che si stavano facendo erano repressive, ed è andata così. L’augurio per il nuovo anno è che si invertano queste politiche“.

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