Dopo la  squallida messa in scena di ieri di  Berlusconi dalla D’Urso è forse il caso di ricordare a cosa servono alcuni  media e le élite opportunamente indottrinate. B. è finito mi direte,  ma non siamo affatto fuori pericolo per quanto riguarda la propaganda che viene propinata da ogni dove con la creazione di movimenti, nuovi partiti, mari e Montismi.
Come funziona la macchina del consenso? Chi l’ha teorizzata?
Gustav Le Bon fu il primo psicologo a studiare scientificamente il comportamento delle folle, cercando di identificarne i caratteri peculiari e proponendo tecniche adatte per guidarle e controllarle. Per questa ragione le sue opere vennero lette e attentamente studiate dai dittatori totalitari del novecento, i quali basarono il proprio potere sulla capacità di controllare e manipolare le masse. 
Dopo Le Bon un guru della propaganda fu Bernays, nipote di Freud: inizialmente, Bernays studiò l’opera di Gustav Le Bon, ‘Psicologia delle folle‘, pubblicata nel 1895. Opera di riferimento per molti uomini politici, fu meticolosamenete studiata anche da Lenin, Stalin, Hitler, e Mussolini. 
Nella sostanza, la sua convinzione era che una manipolazione consapevole e intelligente delle opinioni e delle abitudini delle masse, svolge un ruolo importante in una società democratica. Ne ho scritto ampiamente qui, illustrando le loro tecniche di propaganda.
Lascio infine la parola al grande Noam Chomsky affinché chi ancora non lo conosce, ne approfitti: “Ma che dire della maggioranza ignorante e intrigante? Essa deve in qualche modo essere distratta. Le si possono propinare semplificazioni e illusioni emotivamente potenti, cosicché sia capace di scimmiottare la linea di partito. Le si lasci fare cose prive di importanza, la si lasci urlare per una squadra di calcio o divertirsi con una soap opera. Ciò che si deve fare è creare un sistema adatto nel quale ciascun individuo rimanga incollato al tubo catodico. 
Quando la maggioranza ‘ignorante e deficiente’ sta insieme può capitare che si faccia venire strane idee. Se invece si tengono gli individui isolati, non è interessante se pensano e quello che pensano. Dunque bisogna tenere la gente isolata, e nella nostra società ciò significa incollarla alla televisione. Una strategia perfetta. L’industria delle pubbliche relazioni è un invenzione americana che è stata creata all’inizio di questo secolo con lo scopo, dicono gli esperti, ‘di controllare la mente della gente, che altrimenti rappresenterebbe il pericolo più forte nel quale potrebbero incorrere le grandi multinazionali'”.  ( Tratto da: Noam Chomsky “Il potere dei media” – Vallecchi)
Questi sono i metodi per attuare questo genere di controllo. “I sistemi democratici  devono controllare non solo ciò che il popolo fa, ma anche quello che pensa. Lo Stato non è in grado di garantire l’obbedienza con la forza e il pensiero può portare all’azione, perciò la minaccia all’ordine deve essere sradicata alla fonte. E’ quindi necessario creare una cornice che delimiti un pensiero accettabile, racchiuso entro i princìpi della religione di Stato. “
Continua Chomsky:  ” Persino uno Stato totalitario, infatti, deve tenere in considerazione l’atteggiamento e le opinioni del popolo, mentre anche in una democrazia i segmenti politicamente attivi della popolazione, i più istruiti e privilegiati, devono essere tenuti sotto controllo. Questa situazione è palese negli Stati Uniti, dove tendenzialmente i poveri non votano neppure e le forme di partecipazione politica – la pianificazione e la formulazione dei programmi, la selezione dei candidati, l’indispensabile sostegno materiale, i programmi educativi o la propaganda – sono prerogativa di un’élite privilegiata relativamente ristretta.” (Noam Chomsky “La Fabbrica del consenso” (1984) – in “Libertà e linguaggio” ed. Tropea 1998)

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