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Persone libere, appuntamento in Piazza Farnese a Roma

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Cos’è uno spazio libero? Uno spazio libero, per me, è quel posto dove non si deve chiedere il permesso a nessuno per dire, fare o pubblicare qualcosa. Anche se quel qualcosa sta antipatico alla maggioranza dei frequentatori di quello spazio.
Uno spazio libero è un blog come “Il concime delle idee“, dove basta una richiesta di pubblicazione di un qualcosa di potenzialmente interessante per il pubblico perché questo venga pubblicato. Senza domande, senza fare sondaggi di opinione, senza chiedersi che effetto avrà quella decisione sui lettori. E’ una cosa che può portare alla riflessione e che non lede i diritti e la libertà di nessuno? Bene, la si pubblica. 
E così è stato per il volantino della nostra sudata manifestazione che si terrà domani a Roma, alle 15.30 a Piazza Farnese, un volantino che ha faticato a trovare spazio sui quotidiani di tutta Italia, talmente faticato che si è visto solo sui due giornali che collaborano con l’iniziativa, Micromega e Il Fatto Quotidiano. Quindi mi inchino alla libertà e al coraggio di questo piccolo blog appena nato.
Perché questa è una manifestazione che va oscurata, non piace a nessuno, perché tocca un argomento dal quale la gente che ha la possibilità di informare veramente si vuol tenere distante, anzi, direi equidistante. L’argomento è il Presidente della Repubblica e la difesa dell’operato della Procura di Palermo.
Eppure la lista di ospiti e di personaggi famosi che hanno scelto di metterci la faccia, di prendere una posizione, di schierarsi, in altre occasioni (vedi per esempio il concertone del primo maggio) avrebbe fatto accorrere la stampa. Invece questa volta è diverso. 
Il giudice Ingroia ha lasciato l’Italia con un monito: finché si cercherà sempre il leader, l’uomo della provvidenza, la persona che risolverà tutti i problemi e che porterà la giustizia al potere, la società rimarrà tristemente ferma. E’ la società civile che si deve muovere insieme, che deve smetterla di limitarsi a fare il tifo e che deve assumersi le proprie responsabilità.
Questa manifestazione voleva essere un passo in quella direzione, eppure abbiamo faticato a riempire due pullman, uno da Palermo e uno da Torino/Milano, con biglietti da nemmeno quaranta euro per il viaggio di andata e ritorno. 
La domanda che ora mi sto facendo è: abbiamo faticato perché la gente si è stancata di lottare, ha deciso di gettare la spugna, perché si spaventa per qualche goccia di pioggia che potrebbe scendere sabato, perché si è ridotta ad una resistenza passiva da tastiera o perché praticamente nessuno ha saputo di questa iniziativa?
Vi confesso che ho paura di rispondere a questa domanda.
di Federica Fabbretti

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