Diabolici, geniali, ineguagliabili. Sono gli “eletti”, i magnifici componenti della Commissione Affari costituzionali del Senato, che hanno a che fare con un’idea salvapoltrona con pochi precedenti: creare una Commissione – con una novantina di posti e i relativi stipendi – per tagliare i parlamentari. No, non è una provocazione, ma un disegno di legge confezionato e pronto a diventare realtà con il benestare di tutti. Eccezion fatta per l’Idv.

E’ quello che denuncia Sergio Rizzo in un articolo sul Corriere della Sera in cui si scopre che in cantiere c’è la nascita della Commissione Costituente, organo che dovrebbe occuparsi della revisione della seconda parte della Carta costituzionale. E, tra le altre cose, dei tagli dei parlamentari. Paradossale, no?

Chi dovrebbe starci dentro lo farebbe a titolo gratuito? Che domande, certo che no: l’invenzione costerebbe circa 20 milioni di euro per un anno. E’ il prezzo da pagare per dare qualche sforbiciata. “Il tutto mentre nei cassetti di Palazzo Madama giacciono proposte di legge a bizzeffe sugli stessi argomenti” scrive Rizzo, sottolineando che “sulla riduzione del numero dei parlamentari si era perfino raggiunto un accordo fra tutti i partiti: 508 deputati e 254 senatori. Poi la cosa era sfumata”. “Dunque il Parlamento non riesce a tagliare il numero degli eletti, pure in presenza di un accordo – incalza – poi però riesce a istituire a tempo di record, guarda caso, una commissione di novanta membri che deve provvedere al taglio”.

Francesco Pancho Pardi ha ricordato che la riforma “secondo l’articolo 138 della Costituzione è invece compito del Parlamento”. Possibile quindi che sia solo uno spettro, qualcosa che non si concretizzerà e troverà l’opposizione di chi è stufo di giochi di prestigio per nulla divertenti. Il guaio, però, è un altro: che c’è, che è stata pensata, proposta. Spettro o no, anche se sono una donna adulta, a me certi fantasmi fanno molta paura.

Articolo Precedente

Primarie, berluschini e grillismo nessuno parla delle mafie

next
Articolo Successivo

Perché non andrò a votare alle primarie del centrosinistra

next