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Primarie, Renzi alla conquista dell’Emilia rossa: “Di Casini non me ne frega nulla”

A Bologna in una sala con oltre 300 persone, il candidato alle primarie Pd dedica le ultime ore nella regione in cui si gioca il suo futuro: “Niente accordi con l’Udc, recupero io i voti dei delusi del centrodestra”. Poi torna sul fisco: “Recuperiamo i miliardi finiti in Svizzera anche con l’anonimato”
Primarie, Renzi alla conquista dell’Emilia rossa: “Di Casini non me ne frega nulla”
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Scenografia, contenuti “veloci come un sms”, e abbigliamento sono quelli storici. In più qualche consiglio da campagna elettorale vecchia maniera (“guardate dieci persone sulla rubrica del telefono e scrivetegli ‘Io alle primarie ci credo”). Eccolo Matteo Renzi alla conquista dell’Emilia rossa, quella dove Bersani punta a far saltare il banco e chiudere la partita Primarie Pd entro domenica sera.

Ad accogliere il sindaco di Firenze nella sala del Baraccano, dopo che la Curia locale aveva annullato l’incontro al cinema Galliera nello storico rione Bolognina, più di 300 persone. Molti giovani, forse nemmeno maggiorenni, tante ragazzine che lo vogliono toccare come fosse Justin Bieber, ex dipietristi che fanno gruppo in fondo alla sala, alcuni consiglieri comunali e regionali di Pd e Pdl, il segretario provinciale Donini.

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“Essere progressisti guardando al domani, avere una prospettiva e una visione, questo dico a quei ragazzi che hanno come principale paura quella di restare così come sono”. L’apertura, identica a tre mesi fa, è proprio per le giovani generazioni, poi subito l’affondo sulla “rottamazione” (“per chi ha ricoperto 20 anni di incarichi politici e non per chi ha 70 anni”) e sulla cancellazione del finanziamento pubblico ai partiti.

 “Oggi è online il programma definitivo che raccoglie i suggerimenti di chi ci ha seguito sul web”, anche se il principale tasto su cui batte Renzi, dopo le Cayman, è sempre la questione fiscale: “Voglio che si faccia come la Merkel: recuperiamo i capitali depositati in Svizzera anche mantenendo l’anonimato”. Un’ossessione quella per la grande finanza che ha fatto più scalpore di ogni difesa storicamente di “sinistra” di diritti e eguaglianza (“preferisco i sindacati che dicono qualche volta anche un Sì”) che, a dire il vero, faticano ad entrare nel lessico renziano: “Di are accordi con Casini non me ne frega nulla, sono io che recupero i voti dei moderati delusi dal centrodestra, come del resto ha fatto Pisapia a Milano”.

Infine una speranza a 48 ore dalla chiusura del primo round primarie: “Ho dati diversi da quelli ufficiali. Non solo andremo al ballottaggio, ma ci andremo con una percentuale altissima. Sono convinto che se il tam tam parte vinciamo le primarie”.

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