Attacchi e repliche. Così è andata la giornata che ha anticipato l’annuncio della tregua sulla Striscia di Gaza. Israele ha bombardato tutta la scorsa notte Gaza e questa mattina un’autobomba ha mandato in cenere un autobus a Tel Aviv. Scatenando l’immediata risposta dell’esercito della Stella di Davide con due raid aerei. Il bilancio di questa mattinata di violenze è di sei morti palestinesi tra cui un bambino e 21 feriti israeliani. Prima di questa giornata di fuoco senza tregua i morti erano 140 di cui 29 bambini e oltre 1000 feriti per i palestinesi e cinque vittime israeliane. Sul fronte diplomatico è senza sosta il lavoro del segretario di Stato Usa Hillary Clinton, a colloquio prima con Netanyahu, poi con Abu Mazen e infine con il presidente egiziano Morsi anche alla presenza della segretario generale dell’Onu. Ban Ki Moon ha detto di appoggiare la richiesta che sarà presentata il 29 novembre alle Nazioni Unite dall’Autorità nazionale palestinese di riconoscere “la Palestina come stato-non membro dell’organizzazione. “E’ arrivato il momento prima di volare al Cairo – per la creazione di uno stato palestinese sui confini del ’67 che possa vivere in pace con Israele”. Questa mattina la Clinton si era vista rifiutare l’invito a rinviare la richiesta della Palestina. 

L’attentato a Tel Aviv e  i raid israeliani. Sono almeno 21 le persone rimaste ferite nell’esplosione avvenuta a bordo di un autobus nel centro della seconda città d’Israele, a poca distanza dal quartier generale del Comando delle Forze di Difesa dello Stato ebraico. La polizia parla di un “atto terroristico“.  L’attacco è stato rivendicato da Hamas che nei giorni scorsi attraverso i suoi mezzi di comunicazione aveva avvertito gli israeliani della possibile ripresa degli attentati in Israele. Il portavoce governativo di Israele Ofir Gendelman è netto: “E’ stato un attacco terroristico”. La televisione ha mandato in onda immagini della carcassa del veicolo, avvolta nel fumo e con i vetri ai finestrini sfondati. Nella Striscia di Gaza, non appena le stazioni radiofoniche locali hanno trasmesso la notizia, sono scoppiati i festeggiamenti, con colpi di arma da fuoco sparati in aria in segno di trionfo. La polizia, secondo il quotidiano Haaretz sta cercando due sospetti, un uomo e una donna. In tutta la città sono stati posizionati posti di blocco e cordoni di sicurezza e le autorità hanno deciso di trattenere nelle scuole gli studenti per paura di nuovi attentati. L’attentato a Tel Aviv ha scatenato l’immediata risposta degli israeliani: sono almeno sei le vittime di due attacchi aerei separati condotti nel nord della striscia di Gaza. Nel primo attacco, nella via Saftawi, sono rimasti uccisi un padre con due figli, un maschio e una femmina. Nel secondo, nella località di Beit Hanun, è morta una persona finora non identificata. Un bambino di circa due anni è rimasto ucciso in un edificio nel centro di Gaza: si tratta del grattacielo Naam e ospita gli uffici dell’agenzia France Presse. Al momento dell’attacco non erano presenti giornalisti. Lo stesso edificio era già stato colpito ieri in un altro attacco aereo, che non aveva provocato vittime. Sempre questa mattina a Gaza un missile lanciato dalle forze aeree israeliane aveva colpito l’edificio che ospita gli uffici della tv satellitare al-Jazeera a Gaza. Fino a questa mattina i morti palestinesi erano stati 140.  

A Gaza strage di bambini: 29 su 140 morti. Doveva essere la prima notte di tregua quella appena trascorsa, ma per Gaza è stata la notte di bombardamenti più pesanti dall’inizio dell’operazione israeliana ‘Colonna di nuvola‘, otto giorni fa. Fonti mediche avevano aggiornato stamattina il bilancio delle vittime a 140, di cui 29 bambini. Il numero dei feriti invece supera il migliaio e i piccoli feriti sono 310. Le vittime israeliane sono cinque. Secondo Foad Aodi, presidente dell’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e del Co-mai (Comunità del mondo arabo in Italia), in costante collegamento telefonico con il direttore generale della Mezzaluna rossa palestinese, Kalad Gjwda: “La situazione sanitaria e umanitaria è drammatica. Manca di tutto: sacche di sangue, farmaci, attrezzature mediche. Ma, soprattutto, non c’è elettricità sufficiente per garantire gli interventi chirurgici”. Aodi si rivolge quindi al ministro degli Affari Esteri, Giulio Maria Terzi di Sant’Agata, affinché attivi “un corridoio sanitario per curare i feriti e consentire a medici e infermieri che rispondono al nostro invito di recarsi sul posto”. Secondo la Mezzaluna rossa sono state distrutte anche le principali moschee di Gaza e ne sono state danneggiate una trentina.

Un importante edificio di governo è stato letteralmente raso al suolo. ”Durante la notte abbiamo colpito il ministero della Sicurezza interna a Gaza, uno dei principali centri di controllo e comando di Hamas” ha scritto l’esercito israeliano su Twitter aggiungendo di aver “preso di mira anche un compound della polizia, usato come nascondiglio militare per le riunioni di alti esponenti” del movimento radicale palestinese, ma anche come “centro di comunicazione e sito di lancio di razzi” contro Israele. Nelle operazioni della notte sarebbero stati colpiti anche “un alto responsabile di Hamas per la difesa aerea e altri terroristi”. “In tutto, oltre 100 siti terroristici sono stati colpiti, di cui circa 50 erano siti sotterranei di lancio di razzi”. Un missile israeliano è caduto anche a pochi metri da un hotel di Gaza City che ospita molti giornalisti internazionali come testimonia il video del Fatto Quotidiano. L’esplosione, provocata dal missile, lanciato da un aereo israeliano, ha fatto andare in frantumi i vetri di alcune stanze dell’albergo. Sono circa 1400 i razzi lanciati da Gaza su Israele, secondo, il giornale Ynet, 780 dei quali esplosi in aree aperte e 400 intercettati dal sistema di difesa antimissili ‘Iron Dome’. 

La cronaca riporta anche attacchi alle tubature di combustibile che passavano sotto al confine fra Egitto e Gaza. Per lunghe ore la Striscia è rimasta immersa in un’oscurità totale. Ieri migliaia di persone avevano abbandonato in fretta le proprie abitazioni in seguito ai precisi avvertimenti dell’esercito israeliano che restando nei loro rioni avrebbero messo a repentaglio la propria sicurezza. “Non abbiamo chiuso occhio tutta la notte”, raccontano. 

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