“Guest post di Carlo Doglioni”. In un post precedente ho enfatizzato il problema della comunicazione scientifica come una delle cause di vari disastri, fra i quali il terremoto dell’Aquila. Non è questo, ovviamente, l’unico dei tanti problemi che ci affliggono nella gestione del dissesto idrogeologico del territorio italiano. In proposito, il collega Carlo Doglioni, presidente della società geologica italiana, mi ha inviato un commento sulla disgraziata situazione delle carte geologiche in Italia e – di nuovo – sulla difficoltà di comunicare anche l’esistenza di certi problemi ai politici. UB

Curare il paziente senza conoscere l’anatomia: il problema delle carte geologiche in Italia

 Il 29 ottobre, il Ministro Clini ha dichiarato al TG2 che in Italia non esiste il problema della carta geologica, sostenendo che le regioni italiane sono già in possesso di tutti i dati relativi.

Magari fosse vero: le regioni non hanno nel cassetto le carte geologiche che lui pensa. Non è rassicurante e sconcerta che il nostro Ministro dell’Ambiente non sia a conoscenza del fatto che metà del territorio nazionale non è coperto da un’aggiornata mappatura geologica, base conoscitiva indispensabile per ogni piano di protezione ambientale e di protezione civile. La carta geologica è un elemento scientifico di base per ogni pianificazione urbanistica, oltre che per un naturale e necessario sviluppo delle conoscenze della storia geologica dell’Italia, delle sue potenzialità idriche, minerarie e geotermiche, e per la salvaguardia dal tanto sbandierato rischio idrogeologico.

Immaginate un medico che debba curare un paziente senza conoscerne l’anatomia: così è l’uomo che vuole interagire, se non talora offendere o essere vittima della Terra. La cartografia geologica è l’anatomia del territorio, e per poterlo proteggere, curare, e anche perché no, trarne i naturali vantaggi come l’acqua che beviamo, e tutte le risorse che ci permettono di progredire. Quintino Sella, ben cosciente della sua importanza, istituì il Servizio Geologico d’Italia nella seconda metà dell’’800 al fine di realizzare la carta geologica d’Italia. Il suo progetto fu completato, ma ad una scala inadeguata e con i mezzi che allora erano a disposizione. Attualmente, oltre la metà dell’Italia non ha una carta geologica aggiornata, e non ne è previsto il completamento.

Lascia quantomeno perplessi che, nonostante gli appelli reiterati del Servizio Geologico d’Italia-Ispra, della Società Geologica Italiana, dall’Accademia dei Lincei e perfino del Presidente Giorgio Napolitano, il Ministro Clini dichiari in questi giorni che la cartografia geologica sia un falso problema, e che in realtà sia già acquisita dalle regioni. Auspichiamo che il Ministro prenda coscienza sulla copertura reale a macchia di leopardo delle carte geologiche del progetto Carg, e ponga in essere iniziative concrete per il suo completamento. Nessuna vera azione di contrasto al dissesto idrogeologico può essere intrapresa senza la conoscenza dell’anatomia geologica dello Stato.

Per informazioni sullo stato della cartografia geologica in Italia:

http://www.isprambiente.gov.it/it/progetti/progetto-carg-cartografia-geologica-e-geotematica

http://www.isprambiente.gov.it/it/progetti/progetto-carg-cartografia-geologica-e-geotematica/stato-di-attuazione

di Carlo Doglioni, docente all’Università Sapienza di Roma, presidente della Società Geologica Italiana, e membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei

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