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Io non salto la finestra

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Minestra, amministrare, ministro, hanno la stessa origine etimologica: Servire.

Servire una minestra, ne avevo già parlato tempo fa, può essere gesto umile e potente, ma solo se  possiede la forza della più intima comunicazione. Ti servo per tuo/nostro bene.
Il ti “servo”, che nella sua funzione del dare, risolve con certezza la relazione di stima e autostima, dell’essere utili, di servire, così, a qualcosa.
Farsi ministro, amministratore, dovrebbe, per questo, essere cosa meravigliosa.

Se così non fosse, Sig. Monti, penso che lei dovrebbe rivedere qualcosa nel suo governo, mi scusi l’errore, nel nostro governo
Nel mio caso conosco con chiarezza la bellezza dell’essere un “minestraio”, convinto fra l’altro di regalarvi e regalarmi l’essenza di un territorio e ciò che altri, a loro volta, mi hanno donato.

Fate sobbollire con qualche spicchio d’aglio un ramoscello di salvia, qualche filo di rosmarino e con lentezza, per le ore necessarie, dei fagioli, che se secchi avrete tenuto a mollo per una nottata. Nel non movimento si cuoceranno integri senza sfarinarsi. Scolateli, dopo aver aggiunto per qualche tempo il sale, dall’abbondante acqua di cottura che riuserete per cuocerci dentro qualche manciata di polenta bramata. Mettetene poca per la certezza che non si addensi troppo. Dovrà rimanere comunque liquida. 
Aggiungeteci cavolo nero tagliuzzato finemente e abbondantissimo olio novo con una bella presa di pepe nero, attendendo così che in 30 minuti si crei l’alchimia.

Se carnivori saltate, croccantizandole, delle fini listarelline di lardo o di pancetta in un padellino, e guarniteci con generosità questa minestra. 
Se vegetariani, o semplicemente curiosi, friggete delle rondelle di cipolla e usatele nella medesima maniera. 
Ai carnivori poi è concesso di unire le due versioni per loro massimo godimento. 
Ai vegetariani non suggerisco altro, anche perché sanno bene come condirsi quel che vogliano mangiare, e a loro vien facile farsi aiutare da porri e scalogni che fritti rischiano di dare dei punti al maiale, che i carnivori potrebbero mettere a bollire fin dentro la pentola dei fagioli se in possesso di uno stinco, e lo dico solo come collodiano esempio, “impresciuttito”, d’osso del medesimo ben scarnificato. I fagioli, una parte la unirete alla medesima minestra una volta che riterrete conclusa la cottura e prima di servirla. L’altra parte la userete per vostro godimento come finalino, sempre con olio novo e tocchi di pane per ungersi le mani.

Gesto che ci dà sempre la misura del nostro intimo privilegio.

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