Grillo è contrario alla politica in televisione. Non gli piace la politica (così com’è). E meno ancora la televisione (preferisce il “selvaggio web”). Diffida perciò i suoi dal partecipare ai talk-show, con toni padronali che, personalmente, rispedirei al mittente, ma animato da buone ragioni: per ottenere e promuovere un diverso modo d’essere, tocca imporre regole alternative.

Quella che mi è sembrata, francamente, sgradevole è la reprimenda toccata a Federica Salsi, consigliera comunale a Cinque Stelle. Non l’ho vista a Ballarò, perché dalla compagnia di giro dei politici televisibili mi difendo non guardandoli, ma non credo che meriti di essere scomunicata una donna che fa sentire la sua voce (sono così inferiori numericamente, per tacere del minore spazio e rispetto concesso!), meno che mai con allusioni al punto G, misterioso dispensatore di orgasmi femminili.

È un riflesso condizionato veteromaschilista quello di inchiodare le donne al loro corpo, alla loro sessualità. Vecchio, davvero vecchio. Dal profeta del nuovo non ci aspettiamo l’uso di questa lingua morta, neppure per fustigare chi cerca, nella piazza mediatica, un po’ di soddisfazione narcisistica. Neppure se il fustigatore, in materia di narcisismo realizzato, non è secondo a nessuno. Come Beppe Grillo.

Il Fatto Quotidiano, 2 novembre 2012

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