“C’è crisi! Dappertutto, si dice così, e ve lo leggo sui visi”. Così canta Bugo, che, evidentemente, non ha scritto questo pezzo trovandosi davanti alle facce imbellettate, truccate e rilassate dei “facenti parte del rutilante mondo della moda”. Tempo di sfilate a Milano: tempo di inscenare il lusso e di ostentare “la qualunque”, lasciando fuori la crisi, e i visi nei quali se ne vedono le tracce.

I “facenti parte del rutilante mondo della moda” li incontri assiepati fuori dalle location in cui stanno per svolgersi le sfilate: è lì che si ritrovano, si fotografano a vicenda, e aspettano pazienti che qualche volto noto scenda da un’auto blindata. E’ lì che auto-promuovono i loro blog di moda: sono moltissimi i fashion blogger, che vagano “Reflex muniti” in cerca simili da fotografare. Poi giornalisti, buyer, vip e curiosi, a sperare di essere notati, immortalati e pubblicati in un qualche anfratto del web.

Così, mentre le piccole medie imprese che lavorano dietro le quinte del fashion system arrancano in salite che sembrano dirigersi, inesorabilmente, verso un luogo chiamato “delocalizzazione”, loro, i “facenti parte del mondo della moda”, si beano dello spettacolo, in una campana di vetro. Tra un Emilio Fede che rinvanga il passato, un’ Anna dello Russo che non vuol sentir parlare di cose “pesanti” e molte facce da manifesto del kitsch, questo angolo di scoppiettante mondo della moda, campionario di umanità imbattibile nel mostrarsi, ha detto la sua a Ilfattoquotidiano.it, su temi che riguardano l’Italia, quella che sembra così lontana da lì. E ha rivelato una passione insospettabile per l’estetica e il design delle automobili Fiat. Salvo presentarsi tutti a bordo di lunghissime berline. Di marca straniera.

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