Con l’intervento del presidente federale Umberto Bossi entra nel vivo la Berghem Fest, l’evento clou dell’estate leghista. Sabato sera ad Alzano Lombardo, nonostante il parterre d’onore (oltre a Bossi c’erano anche Roberto Calderoli, Roberto Castelli e una lunga schiera di colonnelli) non si sono viste le folle oceaniche del passato. Ad ascoltare il comizio del Capo c’erano poco più di un centinaio di persone. Molte le sedie vuote e anche il tendone del ristorante non ha fatto registrare il tutto esaurito. Dal palco, il Senatùr non riserva sorprese, ripetendo, nei contenuti e nella forma, le stesse storie già raccontate nelle ultime settimane, tornando più volte ad invocare la libertà per la Padania. Unica nota di colore: le cornamuse con le quali è stato accolto l’anziano leader che annuncia di voler aprire una scuola musicale nella sede milanese del partito, in modo da farsi trovare pronti quando ci sarà da festeggiare la libertà per le strade del capoluogo lombardo. Bossi infine rispolvera anche un po’ di antimeridionalismo contro quella metà di Paese “che non fa un cazzo”  di Alessandro Madron

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