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Bologna, i comitati antimovida contro l’assessore: “Ha istigato a delinquere”

I cittadini del centro, contrari ai concerti rock ad alto volume, vincono il ricorso al Tar e preannunciano una querela contro il titolare della Cultura in giunta, Alberto Ronchi. Li aveva chiamati "tromboni" e per questo, secondo loro, sarebbe responsabile delle minacce che hanno subito. Lui: "Sono sereno. Non c'è relazione tra ciò che ho detto e gli atti vandalici"

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Ci mancava solo una querela a inasprire lo scontro tra alcuni comitati cittadini e l’amministrazione di Bologna. Una guerra che i bolognesi ormai conoscono fin troppo bene. Da settimane infatti si protrae un braccio di ferro tra la giunta Merola e un gruppo di residenti della zona universitaria, decisamente poco favorevole alla movida notturna. In ballo ci sono un pugno di decibel, qualche ora di sonno e un cartellone estivo, patrocinato dal Comune, che prevede musica in piazza diverse sere a settimana. Ora dopo una prima vittoria al Tar, che costringerà gli organizzatori dei concerti a mettere il silenziatore, le associazioni sembrano decise ad aprire un altro, ennesimo capitolo della sfida al baccano notturno. Promettendo un esposto per “istigazione a delinquere” contro l’assessore alla Cultura, Alberto Ronchi.

In effetti non si può certo dire che fino ad ora i toni si siano distinti per pacatezza e sobrietà. Anzi, di “paroloni” ne sono volati parecchi, compreso quel “tromboni” scappato di bocca all’assessore alla Cultura Alberto Ronchi alcune settimane fa. La stagione estiva è iniziata da poco e i rappresentanti dei comitati cittadini presentano una diffida contro Palazzo d’Accursio, reo di aver concesso il patrocinio a una serie di iniziative di un locale notturno. Nel mirino una delibera che permette di aumentare il volume della musica da 50 a 77 decibel.  L’assessore Ronchi però liquida la questione, definendola una “discussione da anni cinquanta”. E rincarando la dose alcuni giorni dopo: “La città si deve liberare di questi tromboni che continuano a appestare l’aria di questa città, la questione di via Petroni non c’entra assolutamente con la programmazione culturale di piazza Verdi”.  Le associazioni vanno su tutte le furie e non rimangono in silenzio. Prima rispondono all’assessore, dandogli del “nazista”, e poi minacciano il ricorso al Tar per la sospensione della delibera che regola il volume dei live.

Oggi, dopo oltre un mese, i residenti mettono a segno il primo punto. Il tribunale infatti ha deciso di annullare la contestata delibera comunale, che regola le attività estive in piazza Verdi, accogliendo così la richiesta delle associazioni. Se ne riparlerà dunque in una successiva udienza, fissata a fine gennaio. Ma non finisce qui, perché in arrivo per l’assessore Ronchi c’è anche una querela che lo accusa infatti di “aver istigato, con le inaudite affermazioni fatte, i gravi episodi che si sono verificati in piazza Verdi e le minacce ricevute da diversi rappresentanti dell’associazione”.

Il riferimento è a una vicenda risalente all’inizio di giugno. Qualcuno, alle 2.30 di notte, aveva rovesciato una secchiata d’acqua su un gruppo di ragazzi riuniti in Piazza Verdi. Questi avevano reagito sfondando il portone di un edificio, danneggiando il mobiletto dei contatori del gas e rompendo alcuni vasi di fiori sistemati lungo le scale. 

L’esposto, assicura l’avvocato Tomanelli, legale dell’associazione Via Petroni e dintorni verrà depositato lunedì mattina. Intanto l’assessore Ronchi raggiunto al telefono dal fattoquotidiano.it dichiara di essere sereno: “Dire che un amministratore pubblico istiga alla violenza è una cosa grave, se ne assumeranno la responsabilità. Ho usato espressioni colorite – ammette – ma non mi riferivo a nessuno in particolare. Non si può mettere in relazione quello che ho detto con degli atti vandalici”.

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