Cinque medaglie: due ori, due argenti e un bronzo. Il primo giorno di Olimpiadi ci regala un’Italia al primo posto per medaglie totali conquistate, seconda dietro solo alla Cina che ha già tre ori. È soprattutto dal fioretto femminile che arrivano ancora soddisfazioni infinite: una tripletta storica che migliora il risultato di Atene 2004 (quando Valentina Vezzali e Giovanna Trillini avevano vinto rispettivamente l’oro e l’argento). E che stavolta porta la firma di Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Valentina Vezzali: sono loro le sorelle d’Italia. E non c’è solo la scherma: anche dal tiro con l’arco e dal tiro a segno arrivano due metalli preziosissimi, che rappresentano rispettivamente il primo oro e la prima medaglia della rassegna. Quanto a mira e sangue freddo gli azzurri non hanno rivali. Davvero non potevamo cominciare meglio questi giochi londinesi.

Che sarebbe stato un pomeriggio trionfale lo si era capito da subito, da quando le nostre tre fiorettiste si erano guadagnate compatte l’accesso alle semifinali. Batticuore puro.

Nel duello tra Arianna Errigo, classe ’88, alla sua prima Olimpiade, e Valentina Vezzali, tre ori olimpici consecutivi e portabandiera, c’è tutta la storia della nostra tradizione. Passato contro futuro, accomunati da uno splendido presente. Alla fine ha vinto la “ragazzina”, ma soprattutto ha vinto l’Italia. Questa è da sempre la nostra disciplina, e non è un caso che l’Olympic Park fosse un tripudio di cori e colori azzurri.

In precedenza, la Di Francisca aveva compiuto un piccolo capolavoro, superando la forte coreana Hyun Hee Nam (numero 1 del tabellone) e regalandoci la certezza di una finale tutta azzurra. Una rimonta entusiasmante: sotto anche di quattro colpi (5-9) e poi 7-10 ad appena quaranta secondi dal termine, la schermitrice di Jesi è riuscita ad imporsi 11-10 al minuto supplementare.

Poi l’emozione della finale. Da godersi senza apprensione e senza tifo, perché l’oro non poteva più togliercelo nessuno né era possibile scegliere tra queste due splendide campionesse. Che si conoscono alla perfezione e danno vita ad una sfida molto tattica e studiata, fino al minuto supplementare. L’oro va ad Elisa Di Francisca, che si impone per 12-11; la Errigo deve accontentarsi dell’argento e della certezza di avere, a soli 24 anni, un luminoso futuro dinanzi a sé. Sono applausi per tutti. E brividi per la Vezzali: abdica in semifinale, mancando il traguardo dei quattro ori olimpici consecutivi. Ma nella “finalina” per il bronzo dà spettacolo, e recupera alla coreana Nam (oggi davvero vittima sacrificale delle azzurre) quattro stoccate in 11 secondi, chiudendo al supplementare: a 38 anni suonati forse non è più la numero uno al mondo, ma certo è la più forte di sempre. E cinque medaglie in cinque olimpiadi (dall’argento di Atlanta ’96 sono passati sedici anni!) sono lì a dimostrarlo.

È il giusto coronamento di una grande giornata italiana. Cominciata con l’argento di Luca Tesconi nel tiro a segno: un risultato straordinario quanto inaspettato, considerando che il 30enne di Pietrasanta è solo 27esimo nel ranking mondiale e fin qui in carriera non era mai andato oltre il decimo posto. E proseguita con l’oro nella gara a squadre nel tiro con l’arco: al Lord’s Cricket Ground battuti gli Stati Uniti 219-218, grazie al 10 all’ultima freccia di uno straordinario Michele Frangilli; e i suoi compagni, Mauro Nespoli e Marco Gagliazzo, non sono stati da meno. Oggi raggiungono un sogno, dopo la “delusione” di Pechino 2008, quando per due punti avevano perso dalla Corea del Sud.

Questi ragazzi con una medaglia al collo sono la fotografia di un’Italia molto rosa, che crede nel merito e lavora lontano dalle telecamere per un giorno di celebrità ogni quattro anni. Un’Italia tutta d’oro, che ci piace da morire.

 

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