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“Tanzi non è pentito”: l’ex re della Parmalat resta in carcere

Il tribunale di sorveglianza di Bologna ha respinto l'istanza per gli arresti domiciliari: "Non ha dato prova di un ripensamento sulle proprie condotte antigiuridiche"

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Calisto Tanzi resta in carcere.Il tribunale di sorveglianza di Bologna ha respinto l’ultima istanza dei suoi legali, che avevano chiesto una “carcerazione più dignitosa”, ovvero la possibilità di scontare la pena ai domiciliari, nella villa della moglie.

“Non è vero che si è pentito”, scrivono i giudici nelle motivazioni anticipate dalla Stampa e confermate all’Ansa da fonti giudiziarie. E non è vero che “in libertà possa ricevere cure non disponibili in regime detentivo”.

Nell’ordinanza con cui vienerespinta la richiesta dei legali, il collegio del tribunale di Sorveglianza, presieduto da Franco Maisto, scrive che “Calisto Tanzi non ha dato prova di un significativo ripensamento delle proprie condotte antigiuridiche” e sostiene che “è assente una reale e proficua collaborazione con gli organi inquirenti”.

Molto dimagrito, l’ex  re di Parma è tornato da una ventina di giorni in carcere, dopo essere stato a lungo detenuto in ospedale per problemi di salute. E’ stato condannato in via definitiva a un anno e 8 mesi per aggiotaggio, a 18 anni in Appello per bancarotta fraudolenta in relazione al crack Parmalat e ad altri 9 anni in secondo grado per Parmatour. 

Tanzi è tornato in carcere il 5 maggio del 2011. Ai cronisti disse: “Non immaginavo l’arresto”. La figlia dell’ex patron della Parmalat, due mesi fa, ha scritto una lettera a Napolitano in cui chiedeva un intervento perché venisse scarcerato: “Mio padre sta morendo”, scrisse.

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