Il rapporto dell’organizzazione Human Rights Watch (Hrw) appena pubblicato documenta l’uso sistematico della tortura in Siria, da parte dei servizi segreti del regime.

Il rapporto si concentra in particolare su 27 centri di detenzione divenuti segreti e oscuri teatri di tortura da marzo 2011 (ossia dall’inizio delle rivolte siriane) contro gli oppositori del regime di Bashar Al-Assad.

Le descrizioni delle torture inflitte, alla luce delle oltre 200 interviste condotte dai ricercatori di Hrw, sono davvero impressionanti. Le vittime degli arresti, maltrattamenti, sparizioni forzate e torture sono stimate in decine di migliaia e sparpagliate per tutto il paese.

Ho trovato due aspetti davvero notevoli di tale dettagliatissimo report di 81 pagine, aspetti che in qualche modo lo rendono unico rispetto ad altri documenti simili prodotti da organizzazioni non governative, o da missioni dell’Onu, sulla violazioni dei diritti umani:

1. Il report non si limita a rivelare l’esistenza e la posizione dei centri di tortura e le pratiche usate, che costituiscono crimini contro l’umanità, ma fa un ulteriore passo identificando i comandanti responsabili dei singoli centri di detenzione, distribuiti su tutto il territorio siriano. Nelle parole di Hrw “pubblicando la loro collocazione geografica, descrivendo i metodi di tortura e identificando i comandanti, stiamo facendo sapere ai responsabili che dovranno rispondere di tali orrendi crimini“.

2. Si tratta di un report multimediale e interattivo. Come potete vedere dalla mappa interattiva cui si accede dal link qui sotto, é possibile navigare nelle immagini registrate dal satellite ed osservare nel dettaglio la collocazione geografica dei centri di tortura sul territorio siriano. Inoltre il rapporto é corredato da un video e da diversi schizzi, ossia da disegni che descrivono i metodi di tortura utilizzati, come riportati da coloro che da tali torture sono riusciti a scappare e a salvarsi miracolosamente.

Nel frattempo i giornali riportano defezioni in Siria anche ad altissimo livello, tra la cerchia degli ‘intimi’ di Assad: speriamo che sia davvero l’inizio della fine di questo massacro durato troppo a lungo e nell’impasse vergognosa della comunitá internazionale.

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