Come ogni anno Concord, confederazione europea che rappresenta ben 1.800 Ong, ha presentato il proprio rapporto Aidwatch, documento che fotografa ogni anno la cooperazione allo sviluppo a livello di Unione Europea e dei singoli Paesi Europei.

Il totale dell’investimento europeo per la lotta alla povertà, gli obiettivi del Millennio e lo sviluppo sostenibile è stato nel 2011 di 53 miliardi di Euro. Solo 4 paesi (Svezia, Lussemburgo, Danimarca ed Olanda) hanno mantenuto fede agli impegni presi in ambito internazionale, destinando almeno lo 0.7% del proprio Pil al settore. Altri 5 (Gran Bretagna, Malta, Belgio, Irlanda, Finlandia) hanno mantenuto lo stanziamento finanziario al di sopra dello 0,5% del Pil. Poco sotto Germania e Francia. Infine, ben 18 Paesi stanno tradendo completamente gli impegni assunti, e fra questi vi è purtroppo l’Italia che, insieme alla Spagna, è il la nazione che, rispetto al 2010, più ha usato la scure per ridurre lo stanziamento destinato (-38%). Siamo in una compagnia non troppo prestigiosa, diciamo così, con – tra gli altri – Bulgaria, Cipro, Polonia e Romania.

La cosa curiosa è che in questo panorama desolante, secondo i dati trasmessi dal nostro Paese all’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), si rileva addirittura una crescita degli Aiuti Pubblici allo Sviluppo (Aps), passati dallo 0,15% allo 0,19% nel 2011. A cosa di deve questa crescita, con i Ministri del Governo Berlusconi che hanno scientificamente massacrato gli APS provocando un tonfo degli stanziamenti previsti per la cooperazione gestita dal Ministero degli Affari Esteri da circa 700 milioni di euro nel 2008 ad appena 90 milioni di euro nel 2011? Il solito trucco: un po’ di finanza creativa, o creatività finanziaria e contabile. Infatti, il 30% degli aiuti bilaterali contabilizzati riguarda spese relative ai rifugiati, ovviamente aumentati in seguito alla crisi susseguente alla Primavera Araba. Un altro 36% giunge sotto forma di rimessione del debito. Nel 2012 la previsione è di un drammatico stanziamento pari allo 0,12% del Pil (ossia 1/5 di quanto ci eravamo impegnati in sede europea), senza la previsione di nuovi investimenti. Se in questi anni non si interverrà per invertire il trend, la Commissione Europea prevede che gli APS italiani potranno raggiungere solo lo 0,16% nel 2015, che – ricordiamolo – è la scadenza degli Obiettivi del Millennio.

Numeri così freddi e drammatici da rendere urgente una presa di posizione onesta e sincera da parte del Ministro Riccardi e del Ministro Terzi per chiarire la questione e dirci, una volta per tutte, se la cooperazione allo sviluppo ha smesso di essere una politica pubblica strutturale del Paese. I segnali ci sono tutti, ed a questo punto, se davvero il Paese non ha più risorse da destinare a breve-medio termine, sarebbe responsabilità dei Ministeri competenti dettare le linee per riorientare il settore, pena una lenta asfissia e morte per soffocamento che nessuno di noi vuole sperimentare.

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