“E ora dateci la Merkel“, “Merkel stiamo arrivando”. Questi i titoli a caratteri cubitali apparsi domenica sulla stampa greca. Vere e proprie dichiarazioni bellicose che non si riferivano però (solamente) alle elezioni politiche che quel giorno hanno deciso del futuro della Grecia, e forse dell’intera Europa. Erano infatti i titoli dei quotidiani sportivi, dedicati alla sfida che venerdì a Danzica vedrà opposte Grecia e Germania nei quarti di finale di Euro 2012. Perché il calcio ai campionati europei di Polonia e Ucraina si è dimostrato, una volta di più, la prosecuzione della politica con altri mezzi. E così nell’ultima settimana in tutta Europa il volto di Georgios Samaras si è sovrapposto e confuso con quello di Antonis Samaras.

Il primo Samaras (Georgios), attaccante del Celtic Glasgow e della nazionale greca, è stato è stato tra i migliori in campo nella vittoria della Grecia 1-0 sulla Russia di sabato. Una partita che, contro ogni pronostico calcistico e non solo, ha promosso ai quarti di Euro 2012 il Paese a rischio default e rimandato a casa la superpotenza degli oligarchi. Una partita dove ogni azione ha assunto significati che travalicavano i confini del calcio ed esondavano nel terreno della politica, nazionale e continentale. Sabato sera su Twitter il gol decisivo contro la Russia del capitano Karagounis è stato proposto, secondo gli auspici, come un voto per Syriza o per Nuova Democrazia. E nel dopopartita lo stesso capitano Karagounis ha attribuito alla vittoria un significato che eccedeva l’ambito calcistico, dichiarando che “abbiamo fatto fuori i ricchi russi!”. Per la gioia di un popolo che non riesce più a pagare le bollette di luce e gas che il governo greco – come buona parte dell’Europa – acquista dalla russa Gazprom.

Il secondo Samaras (Antonis), leader del partito conservatore Nuova Democrazia e da stasera probabile primo ministro della Grecia, è stato tra i migliori in campo nella partita di domenica, disputata non a Varsavia ma nelle urne greche, e vinta da Nuova Democrazia (30,2% a 26,3% contro Syriza). Una vittoria tedesca, una vittoria della cancelliera Merkel che, con un’ingerenza a favore del candidato sponsorizzato dalla Troika giudicata da tutti inopportuna, domenica sera ha festeggiato più di quanto farà il primo di luglio nel caso la favoritissima nazionale tedesca agli ordini del tecnico Low dovesse vincere gli Europei di Polonia e Ucraina. Perché, per rimanere alle similitudini e ai doppi sensi, già molte battute si erano sprecate quando, nella prima partita di Euro 2012 contro la Polonia, il capitano Karagounis aveva sbagliato il rigore decisivo per la vittoria. Allora le battute sul rigore greco avevano fatto sorridere perfino la rigida cancelliera tedesca. E così adesso, alla Merkel e alla nazionale tedesca, un intero popolo vuole restituire la risata venerdì prossimo a Danzica. Magari grazie a un tiro dagli undici metri. Un rigore vi seppellirà: il calcio come nemesi della storia.

Oggi il tecnico tedesco Low si è tirato fuori, affermando che “il calcio non è politica, ho un buon rapporto con la Merkel ma non sarà lei a farmi la formazione”. E infatti molti pensano che cancelliera tedesca da tempo faccia la formazione della Grecia. Così non ha fatto Fernando Santos, tecnico portoghese della Grecia e anche lui – come italiani, irlandesi, spagnoli e greci, tutti a Euro 2012 – un Piigs: un maiale politico-economico che la mitologia greca vorrebbe reso tale da una perfida maga (la Merkel?). “Per questa vittoria ci ha ispirato la storia della Grecia – ha detto Santos dopo la vittoria sulla Russia – La scienza e la democrazia sono nate qui e per questo nessuno può darci lezioni”. Calcio e politica. Per ribadire che le strade immaginarie della nuova Europa, come quelle della vecchia, partono da Atene per dare l’assalto al cielo sopra Berlino. E non viceversa.

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