“Ho fatto una cena in bianco a Place des Vosges”. Buffo, no? I preparativi sono in stile anarchico informale. Per giorni, a Parigi, si susseguono mail misteriose, zeppe di avvertimenti e inviti alla cautela.“Attention à la gendarmerie”. Il giorno è fissato, giovedì 14 giugno, ma l’ora X sarà comunicata solo via sms un’ora prima. E anche il luogo è segreto, noto solo alla cupola della cellula. Verso le 19 veniamo convocati in una piazzetta del Marais, grazioso quartiere parigino. Una piccola folla beve panaché in incognito. Ma eccoci: si parte. Gli straniti turisti di place des Vosges vedono materializzarsi all’improvviso 7.000 giovani che si sono liberati dai soprabiti scuri e sono completamente vestiti di bianco. In pochi minuti estrraggoono da sacchi e zaini i tavoli da picnic, srotolano tovaglie, estraggono Veuve Clicquot e sushi. Ed eccoli, i sediziosi anarchici, che sventolano fazzoletti bianchi e urlano felici e ubriachi anche quest’anno, al diner en blanc, follia francese che, nata a Parigi, sta prendendo piede in tutto il mondo: da New York a Kigali, da Singapore a Milano.

Il diner en blanc, o white dinner, è ben più di un modo originale di mangiare a Parigi: è l’adunata sediziosa di un gruppo sempre più numeroso di giovani selezionati, della buona borghesia francese, che decide di vestirsi di bianco e in gran segreto piazzare tavoli e sedie in un luogo della città. Una sorta di flash mob ante litteram, inventato nel 1988 da tal François Pasquier. Il perché lo si faccia è piuttosto misterioso. Nessuna ragione politica o filosofica, semplicemente la voglia di rompere la noia e di organizzare un evento collettivo spiazzante per la comunità. E, in teoria, per il Comune. Perché l’evento, va da sé, è “illegale”. Occupazione di suolo pubblico di massa, senza autorizzazioni richieste.

C’è chi vede proprio nel “frisson” dell’illegalità la ragione prima del diner en blanc. Ma a sentire i bene informati, le autorità di Parigi sono informati della cena in bianco e delle modalità. Semplicemente, fanno finta di non saperlo. Altrimenti dovrebbero intervenire prima, evitando l’assembramento, oppure dopo l’inizio del flash mob, con problemi evidenti visto la massa delle persone coinvolte. E dunque, meglio chiudere un occhio, far finta di non vedere e farli divertire, questi giovanotti in bianco. Tutta gente di una certa classe, d’altronde. Tanto che a mezzanotte, nonostante il buon tasso alcolico da champagne (sono vietati i super alcolici), si arrotola tutto e comincia il controesodo: la piazza dove Victor Hugo, presumibilmente in bianco, scrisse Les Misérables, torna come prima, o quasi. Un camieriere, completamente vestito di bianco, osserva il deflusso con un sorriso.

Articolo Precedente

Ricette e avanzi, i segreti di Lisa Casali

next
Articolo Successivo

Sublime giulebbe

next