“Ci avevano garantito che firmando l’accordo per Fabbrica Italia Pomigliano avrebbero dato lavoro a tutti. Ora non ce la facciamo più. Non riusciamo a mettere il piatto a tavola”. E’ l’urlo dei lavoratori della Plastic Components – Magneti Marelli di Napoli, indotto primario di Fiat, che, fuori dai cancelli della fabbrica, hanno incontrato i responsabili nazionali del settore auto di Fim, Uilm e Fiom. Dei circa mille operai dell’azienda napoletana (che produce componenti in plastica) sono stati riassorbiti in poco più di 200, mentre gli altri 750 sono in cassa integrazione da quattro anni. E il futuro è tutt’altro che roseo. “C’è stato un rallentamento del progetto di Pomigliano per via della crisi – ha detto Eros Panicali, segretario nazionale della Uilm – Le aspettative di arrivare ai volumi produttivi per far reggere il progetto sono ancora lontani”. “Dobbiamo stanare la Marelli – ha aggiunto Enzo Masini, coordinatore nazionale Fiom auto – portarla a un tavolo dove emergano i piani industriali”. Alla fine dell’incontro, i sindacati si sono impegnati a chiedere un tavolo al Ministero dello sviluppo e a organizzare per lunedì due ore di blocco della fabbrica  di Andrea Postiglione

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