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Piemonte: attentato alla Costituzione

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In Piemonte è in queste ore in atto un vero e proprio attentato alla Costituzione, ed in particolare al suo articolo 48, relativo al diritto/dovere di voto.

Come i lettori del mio blog sapranno, la Giunta regionale, retta dal governatore Cota, dopo 25 anni di battaglie legali, è stata costretta dal Tar Piemonte ad indire il referendum per limitare sensibilmente la caccia in Piemonte. In pratica, tra l’altro, si chiede di limitare la caccia a sole quattro specie, di non andare la caccia alla domenica, e di non poter cacciare su terreni innevati.

Da quando il governatore è stato costretto ad indire il referendum, è iniziata un’indegna campagna (non la si può definire diversamente) volta ad evitare in extremis la celebrazione, con la scusa che il referendum costerebbe ai cittadini piemontesi 22 milioni di euro (la Tav costa circa 20 miliardi di euro, ma nessuno è contrario). Artefici della campagna, la stessa giunta (Lega e Pdl), sorretta, manco a dirlo, dal Pd. Ovviamente nessuno nella maggioranza e nel maggior partito di opposizione che accenni a parlare di una legge che recepisca i quesiti referendari, posto anche che i nostri politici sanno benissimo come la stragrande maggioranza della popolazione ne abbia le scatole piene di un di un’esigua minoranza di persone sempre più anziane che spara a destra e a manca, per puro e semplice divertimento. E allora qual è lo stratagemma studiato proprio in queste ore dalla maggioranza? Abrogare la legge attualmente in vigore in Piemonte, e sulla quale i cittadini sarebbero chiamati a votare. E così il referendum non si dovrebbe celebrare.

Successivamente approvare una nuova legge che recepisca in parte i quesiti referendari. E sapete in che modo? Si sancirebbe la non cacciabilità di cinque specie (anziché venticinque), che sarebbero gazza, cornacchia grigia, cornacchia nera, coniglio selvatico e quaglia; si chiuderebbe la caccia alla domenica da marzo a settembre, però tranne che per gli ungulati (unici cacciabili in quel periodo); e verrebbe praticamente lasciata intatta la possibilità di cacciare su terreni innevati.

Tutto questo risulta da un ordine del giorno della Commissione approvato in data 27 aprile da Lega, Pdl, Udc e Gruppo Misto. Contrari Idv, Sel e Federazione della Sinistra. Movimento 5 Stelle non ha partecipato al voto, in segno di protesta, ritenendo illegittimo l’odg in questione, e Pd neanche.

Ora la palla torna al Consiglio, il quale, nelle intenzioni della maggioranza, lunedì dovrebbe inserire in Legge Finanziaria una norma che recepisca le indicazioni della Commissione.

Come si può ben capire, la situazione, oltre che grottesca, è drammatica, nel senso che qui, come dicevo, è palese l’attentato al diritto/dovere di voto dei cittadini. E probabilmente ci sono anche gli estremi di cui all’art. 294 Codice Penale – Attentati contro i diritti politici del cittadino.

Chiunque con violenza, minaccia o inganno impedisce in tutto o in parte l’esercizio di un diritto politico, ovvero determina taluno a esercitarlo in senso difforme dalla sua volontà, è punito con la reclusione da uno a cinque anni.

E tutto questo mentre il Capo dello Stato, nel discorso pronunciato ilo scorso XXV aprile ha difeso il sistema della partitocrazia…

Concludo con una mia personale considerazione. In Italia, e non solo in Piemonte, la democrazia sta vivendo un ben brutto periodo, con le banche al governo, l’aumento del potere dei privati, la restrizione dei diritti della popolazione e la contrazione sempre più marcata dei servizi resi alla popolazione stessa. La sensazione è che aumenterà sempre più il dissenso, così come aumenteranno i poveri. E lo Stato risponderà sempre più con l’autorità.

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