Un imprenditore di 52 anni di Napoli si è ucciso lanciandosi dal balcone del suo appartamento. L’uomo era, pare, pressato dalle scadenze di pagamento delle cartelle di Equitalia e già la scorsa settimana era stato salvato dalla polizia mentre cercava di uccidersi a Posillipo.

La scorsa notte invece un giovane di 33 anni  ha provato a togliersi la vita lanciandosi dal balconcino interno al terzo piano di casa sua. “Sono sommerso dai debiti, ho perso il lavoro. La depressione mi ha ucciso. Chiedo scusa alla mia famiglia”. Con queste parole lasciate su un biglietto un ex dipendente Snai di Milano spiegava il suo tragico gesto. Il ragazzo aveva rapinato un punto di scommesse dove aveva lavorato per alcuni mesi e poi, rincasato si era lanciato nel vuoto. A pochi metri da lui c’erano due agenti della polizia pronti ad ammanettarlo per la rapina messa a segno poco prima. Ora è ricoverato in gravissime condizioni al Niguarda.

Intanto Massimo Vivoli, vice presidente vicario della Confesercenti e presidente della Fipac, l’organizzazione dei pensionati dell’associazione dice: “Gli ultimi provvedimenti in materia fiscale adottati dal Governo per risollevare l’economia italiana dal baratro in cui è finita gravano ancora una volta sulle solite categorie e tra queste c’è quella dei pensionati. Non ci arrendiamo all’idea di considerare fisiologici i suicidi che sempre più spesso si contano tra i piccoli imprenditori e gli anziani, disperati per l’impossibilità di fronteggiare gli aumenti di tasse annunciati o i nuovi tagli a pensioni già ridicole”.

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