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Usa, “soldi elettorali usati per coprire l’amante”. Edwards rischia fino a 30 anni di carcere

Inizia oggi il processo contro il due volte candidato alla presidenza degli Stati Uniti. L'accusa è di aver usato le donazioni per coprire una tresca amorosa. Sei le imputazioni, di cui ognina punibile con un massimo di cinque anni in prigione e una multa fino a 250mila dollari
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Guai in vista per John Edwards, due volte candidato con il partito democratico alla presidenza degli Stati Uniti. Il suo nome torna alla ribalta, ma questa volta delle cronache giudiziarie: inizia oggi infatti il processo a suo carico la distrazione di fondi elettorali utilizzati per insabbiare una sua relazione amorosa.

L’accusa sostiene che Edwards abbia usato parte dei soldi della sua campagna per le presidenziali per coprire la sua relazione extraconiugale con una ex collaboratrice con cui aveva avuto una figlia. Il procedimento si svolgerà in Carolina del Nord, con il democratico che dovrà rispondere di sei diversi capi di imputazione e rischia, se condannato, fino a 30 anni di prigione e oltre un milione di dollari di multa. Ogni imputazione infatti è punibile con un massimo di cinque anni in prigione e una multa fino a 250mila dollari. Edwards insiste di non aver infranto alcuna legge seppure ammetta che il suo comportamento sia stato moralmente discutibile.

Fra i capi d’imputazione si sostiene che i soldi versati nel 2008 da due importanti finanziatori, Rachel “Bunny” Mellon (di 101 anni) e Fred Baron (deceduto), una somma pari quasi ad un milione di dollari, ed usati per aiutare la sua amante, Rielle Hunter, e la loro figlia, corrispondono a contributi elettorali perché dati con l’intento di proteggere la candidatura presidenziale di Edwards. La campagna dell’allora candidato non riportò il versamento di oltre 900mila dollari e Baron, poco prima della sua morte sempre nel 2008, dichiarò che aveva fatto quella donazione di sua iniziativa senza coinvolgere Edwards.

Edwards, insomma, avrebbe accettato oltre 900mila dollari per la sua campagna elettorale, ben sapendo che la relazione con l’amante avrebbe distrutto la sua candidatura, non avrebbe denunciato i fondi come finanziamenti elettorali. L’ex senatore, padre di tre figli, all’epoca era sposato. Gli avvocati di Edwards contestano l’interpretazione delle leggi che regolano i finanziamenti elettorali e sostengono che i donatori avrebbero comunque dato i fondi, a prescindere dello stato della sua campagna. Né l’ex senatore né la sua campagna hanno ricevuto i soldi direttamente ma questi sono stati utilizzati per coprire i costi e le cure mediche dell’amante. In un primo momento Edwards negò la relazione sentimentale con la Hunter, salvo poi riconoscere la paternità della figlia a due anni dalla campagna elettorale.

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