Silvio Berlusconi in platea a Verona

“Noi del Pdl dobbiamo stare fortissimamente uniti”. Berlusconi prova a far scoppiare la pace all’interno del partito che ha fondato, che nell’ultimo periodo ha vissuto più di uno scossone a causa degli scontri tra ex An e ex Forza Italia. Più dei secondi che dei primi, tanto che in vista delle elezioni amministrative sono spuntate come funghi qua e là nel centro nord liste civiche che ricalcano lo slogan “Forza”. “Tutto si deve superare per stare insieme, vanno superate le incomprensioni tra ex An ed ex Fi. Dobbiamo puntare a essere il più grande partito del centrodestra italiano” ha detto l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, secondo quanto è uscito dall’ufficio di presidenza del partito, convocato anche per diverse questioni sulle quali erano emerse opinioni differenti (non ultima la bozza di riforma elettorale).

In particolare era stato l’ex presidente del Veneto e ex ministro dell’Agricoltura e della Cultura Giancarlo Galan a richiamare “lo spirito del ’94”, quello della discesa in campo di Silvio Berlusconi e soprattutto della nascita di Forza Italia. Ma, nel suo intervento all’Ufficio di presidenza, garantisce di non voler mandar via nessuno dal partito, dopo le polemiche con gli ex An.

A Galan ha replicato lo stesso Berlusconi, garantendo a tutti di credere ancora – secondo quanto viene riferito – nello spirito del ’94, “credo ancora in tutto quello in cui credevo prima. Se mai, ciò che è mancato per realizzare pienamente tutte le cose è stato che non si è compreso subito che mancava lo strumento giusto ovvero la riforma costituzionale. Adesso è stato compreso e si farà”.

Scontro a distanza con Fini. Il leader del Pdl si è lamentato di una scissione già avvenuta, quella con il Fli: “Saremmo ancora al governo, forti dellanostra maggioranza alla Camera e al Senato se non ci fosse stata la diaspora di Fini” ha commentato. Lo stesso presidente della Camera ha risposto con una punta di ironia, attraverso Twitter: “Ringrazio Berlusconi per il merito che mi ha riconosciuto: Se fossi stato zitto e buono lui sarebbe ancora premier. E l’Italia sarebbe alla bancarotta”.

“Casini divide i moderati”. L’altro che ha colpa, secondo l’ex presidente del Consiglio, è Pier Ferdinando Casini: “L’attuale sistema elettorale ci vede al momento in difficoltà perché Casini continua a dividere strumentalmente i moderati, consegnandoli alla sinistra”.

“Sfiducia nella politica”. D’altro canto il Cavaliere ha sottolineato come tutti i partiti italiani stanno subendo un calo di consensi e, in particolare, a perdere appeal è tutta la classe politica in generale, la cui popolarità non supera il 4-5%. Berlusconi avrebbe inoltre fornito il dato sugli indecisi: circa il 53-57% degli italiani, secondo Berlusconi, al momento non saprebbero per chi votare. Durante la riunione, inoltre, sarebbero stati forniti dei dati su alcuni partiti, con la Lega scesa di due punti e il Pdl in ripresa.

La crisi italiana. Berlusconi ha dato anche un’interpretazione del periodo difficile che sta vivendo il Paese: “La situazione è drammatica – ha spiegato durante il suo intervento all’ufficio di presidenza del Pdl – Sono stato a cena con alcuni imprenditori e nessuno di loro ha dati positivi nelle sue aziende. Tante aziende pensano di delocalizzare, i beni di lusso sono cancellati, le famiglie fanno i conti con Imu, Irpef, costo della benzina e aumento dell’Iva. Quando arriverà l’aumento dell’Iva al 23% ci sarà una stangata ai consumi”. E’ critica anche l’analisi sulle politiche economiche dell’Unione europea. “La cura dell’Europa individuata per il nostro Paese la conosciamo già e ha già determinato il disastro per la Grecia e ora lo comincia a determinare in Spagna”. Per Berlusconi si tratta di “una politica di rigidità” che è stata anche “orientata dalla Merkel”. “L’Italia è un Paese malato”, aggiunge, e la colpa è dei giornalisti: “In Italia la situazione è drammatica. L’Europa considera l’Italia un paese malato, anche per responsabilità della stampa che mai ci ha seguito nelle cose concrete fatte”. Colpa della stampa, insomma, per esempio “quando imputava al nostro governo, assecondando l’opposizione, il rialzo dello spread”.

E comunque il Pdl, ha assicurato l’ex presidente del Consiglio, sosterrà il governo Monti lealmente fino alla fine della legislatura, senza dare nulla per scontato.

Le riforme. La cura, tuttavia, è necessaria, secondo Berlusconi: “Le riforme sono necessarie ed importanti. Se non facciamo, ad esempio, quella dell’architettura dello Stato, della magistratura e la riforma del lavoro, non riusciremmo ad avere un paese moderno. Dobbiamo garantire governabilità al nostro paese”. L’ex presidente del Consiglio ha ribadito il sostegno al governo Monti e la necessità di fare la riforma del lavoro, a cominciare dall’articolo 18. La riforma del mercato del lavoro va fatta per ammodernare il Paese”.

La legge elettorale. Prudenza, invece, sulla riforma elettorale: “Con il sistema proporzionale alla tedesca si corre da soli, individuando un leader – ha spiegato – Sono panorami da investigare con attenzione ed equilibrio”. L’ex premier ha consigliato di “essere ponderati”. La riforma elettorale è un argomento complicato e bisogna fare attenzione, anche perché da sempre – è stato il ragionamento dell’ex presidente del Consiglio – i partiti che propongono la riforma elettorale poi sono sempre i più danneggiati al voto.

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