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Lo spread scende grazie alla crescita, non ai tagli

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In questi mesi abbiamo sempre guardato all’evoluzione dello spread fra Btp e Bonos perché rimuove gli effetti degli interventi della Bce a sostegno di Italia e Spagna e altri shock comuni ai due paesi, come l’evoluzione della crisi greca. Come si evince dal grafico, il differenziale tra i due spread era arrivato a fine dicembre fino a 200 punti base, segnando un netto peggioramento delle percezioni del rischio Italia rispetto alle valutazioni sulla Spagna.

La svolta nelle percezioni sembra essere intervenuta non tanto con il varo della manovra “salva Italia”, che ha avuto poco effetto sullo spread, quanto con il decreto liberalizzazioni. Questo sembra indicare che i mercati si preoccupano soprattutto del potenziale di crescita della nostra economia. Per azzerare la Papi’s tax il governo dovrà continuare a varare misure a favore della crescita, a partire dalla riforma del mercato del lavoro. Come in bicicletta, l’esecutivo non può fermarsi. Per fortuna sappiamo che Monti è un bravo ciclista.

Grafico 1

Grafico 2

di Tito Boeri, Lavoce.info. Ph.D. in Economia alla New York University, per 10 anni Boeri è stato senior economist all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, poi consulente del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, della Commissione Europea e dell’Ufficio Internazionale del Lavoro. Oggi è professore ordinario all’Economia Bocconi, dove ha progettato e diretto il primo corso di laurea interamente in lingua inglese. E’ Direttore della Fondazione Rodolfo Debenedetti, responsabile scientifico del festival dell’economia di Trento e collabora con La Repubblica. I suoi saggi e articoli possono essere letti su Igier.uni-bocconi.it.

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