Illustrazione di Emanuele Fucecchi

“Esigenza di rispettare gli obiettivi di finanza pubblica”. Con questa motivazione Mario Monti impone la linea della sobrietà “a tutte le strutture che dipendono dal ministero dell’Economia e dalla Presidenza del Consiglio”. Una risposta indiretta a quanto denunciato il 27 dicembre 2011 dal Fatto Quotidiano in merito alla contabilità dell’Agenzia del territorio diretta dalla sorella del sindaco di Roma Gabriella Alemanno (leggi). Poco meno di un milione e mezzo di euro per spese per rappresentanza e comunicazione istituzionale, dove, a parte i 22 mila e 800 euro pagati all’Adnkronos per “supporto informativo multimediale” e i 20 mila euro per i servizi della Mp group, colpivano le fatture per gioiellerie – oltre 3 mila euro per 30 uova di struzzo decorate da regalare a Natale – ristoranti di lusso con tanto di conflitto di interesse familiare – 780 euro ad esempio per ospitare a cena al “Villa Oretta” di Cortina 11 persone compreso “il sindaco di Roma Gianni Alemanno più ospite direttore Agenzia” – e convegni non proprio istituzionali, sempre con ospite d’onore il fratello della direttrice, come i 42mila euro spesi per l’organizzazione di Cortinaincontra con la comparsata di Alemanno (Gianni) e moglie.

Ora, le nuove regole di Monti sembrano dare un segnale decisamente in controtendenza. Anche perché, con grande sorpresa, il 3 febbraio il Consiglio dei ministri aveva confermato tutti i dirigenti nominati dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti,tra cui anche Gabriella Alemanno (leggi). Una decisione che aveva il sapore di una beffa specie in tempi di austerità (leggi). Nella nota di Palazzo Chigi, diramata questa sera, il presidente del Consiglio fissa dei paletti molto chiari: l’osservanza dei “limiti di spesa fissati dalle norme”, per “evitare spese non indispensabili o non ricollegabili in modo diretto e immediato ai fini pubblici assegnati alle singole strutture amministrative, astenendosi dall’effettuare spese di rappresentanza, ed evitando di organizzare convegni, o altri eventi non strettamente indispensabili”. Insomma, una vera e propria direttiva anti-sprechi. Non solo. Perché d’ora in poi sarà necessario “osservare scrupolosamente le disposizioni contenute nel codice etico di ciascuna amministrazione, con particolare riferimento a quelle relative al divieto di accettare regali e omaggi di qualsiasi natura di valore superiore a 150 euro, tali da non poter essere interpretati, da un osservatore imparziale, come finalizzati ad acquisire vantaggi in modo improprio. In ogni caso, i regali di valore superiore devono essere restituiti, ovvero ceduti all’Amministrazione di appartenenza”.

Nel testo della direttiva di Monti sui tagli si legge: “Le manovre finanziare adottate nello scorso anno hanno comportato una significativa correzione dei conti pubblici. Questa correzione, imposta dalla primaria esigenza di rispetto degli obiettivi di finanza pubblica definiti in sede europea, ha reso necessaria l’introduzione di disposizioni volte a determinare sia maggiori entrate che minori spese”. Ma se “l’introduzione di nuovi meccanismi legislativi non è sufficiente”, è necessario affiancare “un’azione amministrativa indirizzata in modo deciso al perseguimento degli obiettivi di economicità ed efficienza”. E allora, “oltre che la puntuale e sicura osservanza dei limiti di spesa fissati dalle norme, inclusi quelli concernenti determinate categorie di spesa (ad esempio, spese di rappresentanza, convegni e consulenze), è necessario non solo “che non vengano effettuate spese non indispensabili e non ricollegabili in modo diretto ed immediato ai fini pubblici assegnati alle singole strutture amministrative”, ma anche che, “in linea generale, i comportamenti degli amministratori pubblici siano ispirati al principio di assoluta sobrietà“.

E proprio in vista di questa sobrietà, scrive ancora Monti “occorrerà – in linea generale – astenersi con estremo rigore dall’effettuare ogni spesa di rappresentanza. Solo in casi del tutto eccezionali, riferibili a rapporti con Autorità estere, si potranno effettuare, comunque previa espressa autorizzazione, spese di modico valore. Inoltre, è necessario evitare l’organizzazione di convegni, celebrazioni, ricorrenze e inaugurazioni, anche quando questi ultimi costituiscano tradizionali impegni della Struttura che li indice”. Insomma, un richiamo che sembra scritto apposta per sanzionare le spese pazze dell’Agenzia del territorio.

Richiamo, infine, la necessità che vengano scrupolosamente osservate le disposizioni contenute nel codice etico di ciascuna amministrazione, con particolare riferimento a quelle relative a regali ed omaggi. A tale proposito i dipendenti delle Strutture in indirizzo si atterranno, salvo eventuali disposizioni più restrittive già adottate, alle prescrizioni recate al riguardo dal codice etico vigente per i dipendenti del Ministero e dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato secondo cui: “I destinatari non accettano, per sè e per altri, beni materiali, quali regali o denaro, nè beni immateriali o servizi e sconti per l’acquisto di tali beni o servizi o qualsiasi altra utilità, diretta o indiretta, da soggetti (persone, Amministrazioni, Enti, Società) in qualsiasi modo interessati dall’attività del MEF che eccedano il valore di 150,00 Euro. Regali di valore superiore sono restituiti ovvero devoluti al MEF. I regali e gli omaggi ricevuti non devono comunque compromettere l’indipendenza di giudizio, la correttezza operativa, l’integrità e la reputazione del dipendente e in ogni caso devono essere tali da non poter essere interpretati, da un osservatore imparziale, come finalizzati ad acquisire vantaggi in modo improprio”. Con la certezza del fatto che le SS.LL. si renderanno convinti interpreti delle esigenze che ho voluto fare presente, confido nella consueta, fattiva collaborazione”

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