Freddo, ghiaccio e neve influiscono sulle tasche dei cittadini. Ad essere colpite le famiglie e gli agricoltori che hanno subito danni per milioni di euro, mentre le associazioni dei consumatori avvertono della speculazione sui prodotti alimentari che ha provocato rincari fino al 200%. Disagi anche sul versante della ristorazione, dove si sono registrate drastiche diminuzioni dei ricavi. E i Comuni devono pagare di tasca propria le spese per i militari chiamati a spalare per l’emergenza neve.

Il Codacons ha calcolato che il costo medio per ogni famiglia è stato di circa 165 euro solo di spese vive, con punte fino a 315 euro per chi ha dovuto attrezzarsi di catene da neve (50 euro) e calzature (tra i 75 a 150 euro per ogni singolo paio di scarpe), anche se la maggiore spesa sarà determinata dell’incremento nel consumo di gas per il riscaldamento della casa. Sui prezzi dei carburanti, l’associazione spiega che la verde “sfonda il tetto degli 1,8 euro al litro”, e il gasolio, che “arriva a sfiorare 1,74 euro”. Una “speculazione da maltempo” che determina una stangata pari a +204 euro ad automobilista su base annua, cifra destinata a crescere se i listini alla pompa dovessero proseguire la folle salita.

Drastico calo delle vendite anche per negozianti rionali e ambulanti, come ha calcolato la Fiva (Federazione Italiana Venditori Ambulanti e su Aree Pubbliche) e per Coldiretti gli acquisti quotidiani di frutta e verdura sono calati del 20%. Secondo Copagri non possono essere effettuate stime precise, ma in questi giorni sono state perdute molte decine di migliaia di tonnellate di prodotto ortofrutticolo e oltre 200 mila litri di latte.

A preoccupare le associazioni dei consumatori sono stati anche gli aumenti ingiustificati dei prezzi su tutti i prodotti alimentari freschi, fino al 200%, per cui Casper ha presentato un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, chiedendo di indagare per il reato aggiotaggio e individuare i responsabili.  I rincari infatti hanno raggiunto quota + 200% specie nel settore dell’ortofrutta, e la conferma è arrivata anche dalle prime stime delle organizzazioni dei coltivatori, che hanno registrato per l’insalata aumenti medi del 175% e per le zucchine del 166.

Pesanti perdite anche nel settore agricolo, dove Confagricoltura ha calcolato che i danni dovuti al maltempo oscillano tra i 400 e i 500 milioni di euro. 50 milioni di euro solo in Piemonte (20 per il comparto orticolo, 30 per la frutta), 5 milioni in Liguria e 150 in Emilia Romagna. Situazione critica anche in Lombardia e Veneto, ma i più colpiti sono Lazio settentrionale, il Molise e la zona del Frusinate. Per Coldiretti almeno 100mila tonnellate di cibi sono andate distrutte a causa del black out elettrico che ha spento i frigoriferi, della neve che ha bloccato le consegne e i ritiri del prodotto e del gelo che ha ghiacciato le coltivazioni in campo e quelle già raccolte ferme nei magazzini o nei banchi di vendita all’aperto. E dopo una settimana di maltempo gli scaffali sono in media vuoti al 30 per cento per i prodotti più deperibili nelle zone colpite.

Costi elevati anche per i Comuni, che devono fronteggiare di tasca propria le spese per sgomberare le strade dalla neve. Infatti l’impiego a titolo oneroso dei soldati nasce dopo la riforma della leva, e a quanto si è appreso è regolato da un accordo fra i ministeri della Difesa e degli Interni. Ad Ancona, ad esempio, il primo cittadino Fiorello Gramillano inizia a fare i conti: 200 euro al giorno per un bobcat, 800-900 euro per una ruspa, quasi 100 euro per ogni soldato impiegato, cui però vanno garantiti vitto e alloggio. Gramillano si è formalmente impegnato a onorare il tariffario, tramite una comunicazione scritta passata attraverso la Prefettura del capoluogo, per poter avere l’aiuto dell’Esercito nell’emergenza maltempo.

(E.B.)

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