Francesco Rutelli
Francesco Rutelli

“La mia onesta personale è la ragione della mia vita e io mi batterò per questo”. Si difende, Francesco Rutelli, a Otto e mezzo definendo il caso Lusi una vicenda “orribile che colpisce e ferisce in modo drammatico, noi e i 9 milioni di elettori della Margherita” che sono giustamente “avvelenati”. Il senatore, oggi leader dell’Api, scarica le responsabilità. “Noi avevamo una fiducia piena” in Lusi. La sua è stata una gestione “ultratrasparente”. Si è rivelato un “dottor Jekyll e mister Hide”, dice. E spiega: “Le discussioni più ripetute con Lusi le ho avute quando lui si rifiutava di pagare un pony per una consegna o litigavo con deputati cui lui negava il rimborso dell’albergo. Era un rompiscatole”.

Nel frattempo, però, la Procura intende allargare l’indagine per capire se ci siano state altre appropriazioni di fondi, oltre i 13 milioni di euro finora accertati, e se altri dirigenti della Margherita fossero a conoscenza delle operazioni illecite del tesoriere. E’ probabile, inoltre, che gli inquirenti decidano di ascoltare, come persone informate sui fatti, alcuni parlamentari a suo tempo legati alla Margherita come Renzo LusettiEnzo Carra e altri colleghi che hanno firmato il ricorso al tribunale civile di Roma per impugnare la validità dei rendiconti riguardanti il periodo 2009-2010.

Rutelli da par sua ribadisce la volontà di voler andare a fondo della vicenda. “Mi si dice ‘come fai a non vedere’? Il fatto è che c’è una cultura di partiti in cui il capo del partito è anche quello che ha la cassa, mentre la mia è una cultura fatta di passione e così quando hai instaurato tre livelli di controllo e succedono queste cose è evidente che sei stato fregato, che siamo stati ingannati”. Insomma Rutelli tenta di difendersi, di chiamarsi fuori da ogni responsabilità e liquida le consulenze come “evidentemente false e poi inserite in bilancio”. Quindi, ripete,  “è un furto, è evidente”. E ammette di essere venuto a conoscenza dieci giorni prima dello scandalo. Sempre per la fiducia riposta in Lusi.

Quell’onestà personale e politica, sua e della Margherita, cui più volte Rutelli si richiama dagli studi de La7 è “il motivo per cui posso guardare in faccia le persone per strada”, quelli che “hanno dato il loro voto popolare, in nove milioni, alla Margherita”. Di Lusi, Rutelli ripercorre il cursus, quando “era direttore generale dgli scout, gli ho chiesto di occuparsi di un sacco di rogne, a cominciare dai nomadi, poi tesoriere del Comitato Rutelli contro Berlusconi nel 2001“. Tutte questioni e “soldi gestiti molto bene”. “Gli avrei affidato 100mila euro per una donazione benefica”, dice ancora. “Non abbiamo creato debiti, né fatto speculazioni o acquistato immobili. Un collega ha parlato di Jeckyll e Hyde… Io dico, come è possibile che da una storia di successo si sia passati in 4 o 5 anni, lo accertera’ la societa’ di revisione di conti cui ci siamo affidati, siano stati nascosti movimenti per alcuni milioni di euro. Ci sono stati revisori, un comitato di tesoreria, un’assemblea e poi il controllo della Camera. Tutti controlli elusi. Drammatico. Devo ringraziare il quinto controllo, la magistratura che – afferma Rutelli – è arrivato a bersaglio”.

“Ho chiamato Lusi e gli ho detto subito di andare in Procura. Lui disse ‘non penso sia nulla, è un fatto per una controversia su immobili’. Ma noi non avevamo immobili. Il giallo di cui ho visto scrivere – dice a Padellaro in studio a Otto e mezzo – e’ stato risolto in una notte, quando gli ho detto di andare subito in procura e li’ ha firmato il verbale in cui si assume le responsabilità”. E, a proposito di rispetto delle regole, “non e’ bello trovarsi con ricostruzioni piene di fregnacce quando uno rispetta il riserbo richiesto dalla magistratura”.

Rutelli ha accolto la richiesta, avanzata in trasmissione dal direttore de Il Fatto Quotidiano, Antonio Padellaro, di partecipare alla nostra raccolta firme per una legge sulla responsabilità dei partiti. Poi, ha ribadito, concludendo: “Siamo stati fregati. Eravamo in buona fede e siamo stati fregati. Siamo stati traditi. Questa la mia amarezza maggiore”.

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