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Premio qualità o conflitto d’interessi?

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In un’Italia che naviga serena nella melma dei conflitti di interessi, questo potrà sembrare un piccolo esempio. Però è, come si dice, emblematico di un modo di fare e di essere, di un Paese vecchio, incrostato e avvitato su stesso. Succede mercoledì al Quirinale, dove va in scena una delle molte (troppe?) cerimonie di premiazione. Qui si attribuisce il premio Leonardo Qualità Italia 2012, un riconoscimento agli imprenditori che hanno contribuito a valorizzare il made in Italy nel mondo. Giusto. Gliel’attribuiscono gli imprenditori stessi, con una giuria allargata ai direttori di giornale (pagati spesso con la pubblicità delle imprese che premiano). Un premio centripeto, vagamente incestuoso. Ma ben venga, se l’immagine dell’Italia ne ha giovamento, visti i tempi (e gli Schettino) che corrono.

Ci sarebbe il dettaglio che tra i premiati c’è Ugo Gussalli Beretta, presidente dell’omonima fabbrica d’armi: sicuri che abbia portato lustro all’Italia nel mondo? Ma non è questo il punto. Il punto è il premiato principale: Piero Antinori. Cognome importante e nobile, di antica famiglia patrizia toscana, nota nei decenni più recenti per il successo internazionale dei suoi vini Supertuscans. Il marchese, nonché Cavaliere del Lavoro, ha appena dato alle stampe per autocelebrarsi la storia della sua famiglia, “Il profumo del Chianti”. Tra le tante attività di Antinori ce n’è un’altra, meno nota: è uno dei sei consiglieri del Comitato Leonardo. Già, proprio quello che gli ha assegnato il prestigioso premio. Al momento di decidere, immaginiamo l’imbarazzo.

Lo immaginiamo solo noi, naturalmente, perché sarà sembrato naturale a tutti. Giurato Piero Antinori, per chi vota? “Per Piero Antinori, mi sembra bravino, ha dato gran lustro al Paese e a me stesso”.  Naturalmente non è andata così, perché nel regolamento è prevista la foglia di fico: se uno dei membri del Comitato è candidato non vota. Foglia di fico, appunto, palliativo un po’ ipocrita all’italiana. Comunque sia, questo blog  assegna a Puntarella Rossa (che uscirà dall’Aula al momento di votare) il premio come miglior blog dell’anno. E all’Italia il premio per il Paese più cialtrone dell’anno.

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