Dopo giorni di proteste e disagi nel servizio taxi, la fumata bianca tanto attesa è arrivata. Almeno a sentire i sindacati di categoria, che però hanno dovuto incassare la netta bocciatura da parte della base. Al termine dell’incontro di oggi pomeriggio tra le sigle sindacali dei tassisti e il governo, le parti sociali hanno espresso la propria soddisfazione, parlando di una riunione costruttiva. “Incontro positivo: abbiamo fiducia nel fatto che il cdm recepirà le istanze presentate dalla categoria” ha detto il responsabile del settore taxi Fit, Marino Masucci. La fumata bianca, quindi, significa fine dei disagi: “Andiamo al Circo Massimo e diremo ai tassisti di riprendere il servizio”, hanno detto i sindacalisti all’uscita da Palazzo Chigi, con l’esecutivo che a sua volta ha definito “ragionevoli” alcune proposte, promettendo che ne discuterà “collegialmente” domani in Consiglio dei Ministri.

L’azione dei rappresentanti di categoria, però, non è piaciuta alla base, che dopo la fine del vertice con l’esecutivo ha iniziato a contestare con forza i loro sindacati, bloccando il traffico nei dintorni del Circo Massimo, lanciando fumogeni e minacciando i cronisti. “Vergogna, non torniamo al lavoro” hanno urlato i tassisti, con alcuni rappresentanti sindacali costretti a scendere dal palco del Circo Massimo tra spintoni e urla. “Il servizio va ripreso -ha risposto Loreno Bittarelli, presidente di Uri Taxi – questo è il mio pensiero, ma ognuno è libero di andare dove vuole. Ma vi suggerisco di calmarvi, perché il vostro atteggiamento serve solo ad inasprire la situazione”.

Le parole di Bittarelli, però, sono servite a poco. I circa 400 tassisti riuniti in assemblea al Circo Massimo, infatti, hanno votato per la prosecuzione del blocco del servizio e per questo motivo si ritroveranno domani, sempre al Circo Massimo, sebbene “non ci sono permessi per farlo”, come ha comunicato il sindacalista Davide Bologna, parlando ad un’assemblea contraddistinta da forti tensioni. Mentre i rappresentanti sindacali cercavano di spiegare i contenuti del documento uscito dalla riunione con il governo, infatti, si sono levati fischi e urla di dissenso. E anche al momento della votazione, quando i rappresentanti sindacali chiedevano di riprendere il servizio “in virtù del fatto che sono molti i disabili e i familiari di malati che contano sui tassisti per raggiungere ospedali e centri di cura”, la posizione dell’assemblea si è espressa unanimemente per l’astensione dal lavoro.

“I sindacati ci hanno tradito e sono scappati via” hanno denunciato i tassisti al Circo Massimo, secondo cui coloro che li rappresentano “non possono chiederci di tornare al lavoro quando non hanno niente in mano, sono giorni che siamo qui in piazza ed ogni volta che prendono parole i sindacalisti parlano di aspettare e di rinvii. Solo chiacchiere e nessuna certezza. La mobilitazione per noi continua”. Ancora più dura la posizione dei tassisti partenopei, che hanno minacciato di “occupare tutta Napoli”.

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Oggi, del resto, è stato il quarto giorno consecutivo di protesta: i tassisti erano a Palazzo Chigi per chiedere modifiche al decreto legislativo sulle liberalizzazioni. Una delegazione è stata ricevuta dal segretario generale della presidenza del Consiglio Manlio Strano: l’incontro è iniziato alle 12.30. Sono tre i punti contestati dalle auto bianche, che dicono no alla competenza dell’Autorità delle reti sulla concessione di nuove licenze: in questo caso dovranno “essere sentite le organizzazioni sindacali previo il parere dei sindaci competenti”. No anche alla extra-territorialità, perché “il titolare dell’auto bianca potrà esercitare il servizio nel solo Comune dove è stata rilasciata la licenza”. No, infine, alle licenze plurime, perché secondo i sindacati dei tassisti, il titolare deve possedere una sola licenza. Secondo le 23 siglie sindacali dei tassisti, per l’incremento del numero delle licenze, dovranno essere “consultate le organizzazioni sindacali e associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale e previo assenso dei sindaci interessati”.

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