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Imprenditore si dà fuoco:
gli avevano ipotecato la casa

L'ingegnere si è ucciso nel suo ufficio: accanto al corpo semi carbonizzato i carabinieri hanno trovato una lettera e alcune bollette ancora da pagare
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Poche righe scritte a mano e lasciate nell’auto insieme a raccomandate e bollette: “Non ce la faccio più, così non posso andare avanti”. Poi il fuoco ha avvolto lui e il suo ufficio. Si è tolto la vita così un ingegnere bolognese di 46, Francesco Fabbri, contitolare dell’impresa “Silpa Costruzioni snc”. Schiacciato dai debiti, ha deciso di farla finita ieri sera, intorno alle 18, nella sua azienda a Idice di San Lazzaro di Savena, paese poco distante da Bologna.

È il Corriere di Bologna questa mattina a spiegare tutti i dettagli. I carabinieri hanno trovato l’uomo semicarbonizzato, il corpo riverso sul pavimento, vicino alla scrivania. La morte, secondo una prima ispezione medico legale, potrebbe essere stata causata dall’asfissia. A dare l’allarme ai vigili del fuoco sono stati i vicini di casa: alcuni hanno notato uscire del fumo dall’ufficio, al piano terra di una palazzina in via Ca’ Bassa, altri hanno anche sentito un’esplosione. Fabbri non fumava, ma poco prima di appiccare il fuoco, sarebbe andato al bar vicino a chiedere un accendino. Nonostante si tratti di un suicidio anomalo, per il momento sembrano escluse altre ipotesi: sul cadavere non sarebbero stati rintracciati segni di violenze o lesioni.

Nella sua auto i militari hanno trovato un appunto che farebbe riferimento ad alcuni debiti. Sembra che ultimamente gli affari della Silpa Costruzioni, ditta edile che gestiva con un socio, andassero male. Conti in rosso, un’ipoteca sulla casa, continue richieste di creditori alle porte e l’affitto dell’ufficio pagare. Un situazione economica troppo difficile da sopportare per l’uomo, che ieri ha deciso di non affrontare un nuovo anno.

I carabinieri, coordinati dal pm di turno Antonello Gustapane, hanno sequestrato i computer dell’azienda e tutti i documenti. Serviranno, insieme alle immagini della telecamera davanti all’ingresso dell’ufficio e ai risultati dell’autopsia, a far maggiore chiarezza sull’accaduto. E soprattutto capire perché sul posto gli agenti della scientifica non hanno trovato tracce di benzina o di altro materiale infiammabile.

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