La differenza tra i proclami e i fatti, come al solito, la stabiliscono le piccole storie. Eccone una davvero poco edificante, la storia di come una persona diversamente abile sia maltrattata e ostacolata (e danneggiata, ovviamente) ma soprattutto impedita nei suoi movimenti. Quindi, discriminata.

I protagonisti sono quattro: un ragazzo spagnolo laureato in filologia, affetto da atassia di Friedreich, attualmente su sedia a rotelle; un portale di prenotazione online italiano; una compagnia low cost britannica; un aeroporto internazionale lombardo. La vicenda si snoda tra un computer, il banco di accettazione aeroportuale, una corsa notturna su autostrade nebbiose, tra il pomeriggio e la sera del giorno di Santo Stefano.

I fatti.

Un’amica italiana del giovane madrileno prenota per lui un posto sul volo Easy Jet numero U2-2705 in partenza da Milano Malpensa alle 17,45 destinazione Madrid Barajas. Costo del biglietto: 161,19 euro (una tariffa dall’aspetto poco scontato, non vi pare?). Il biglietto viene acquistato tramite Volagratis, il portale per la prenotazione dei voli di proprietà della società italiana Viaggiare srl, sede a Milano. Durante il percorso in rete che conduce all’acquisto del ticket, viene chiesto se ci sono particolari esigenze e l’amica precisa, scrivendolo espressamente, che il passeggero necessita di accompagnamento a bordo per lo stato in cui si trova. (Abbiamo provato a riprenotare ed effettivamente la domanda viene posta, qualsiasi sia la compagnia scelta, ma non viene poi inserita nelle informazioni di riepilogo).

Arrivati al bag drop Easy jet di Malpensa, tuttavia, il ragazzo viene respinto in modo fra l’altro poco gentile da un’addetta che lo sottopone a una sorta di interrogatorio sulle sue capacità di movimento (non cammina, ma può nutrirsi) e di comprensione degli annunci di cabina. A niente servono le proteste degli amici italiani. Alla fine, ma solo alla fine, la versione data è: la compagnia non accetta disabili a bordo se non sono accompagnati. Ma il posto per l’eventuale accompagnatore, sull’aereo, ci sarebbe? Anche qui, il pasticcio regna sovrano: prima viene detto di no, poi di sì, ma intanto il volo ha chiuso il gate.

Peccato. Peccato che la compagnia in questione non accenni a nessuno di questi passaggi durante la prenotazione sul suo sito (le informazioni sono date in modo molto nascosto in accessi secondari, alla voce regolamento dei vettori) né lo faccia dichiarare ai portali di cui si serve per vendere i biglietti. Peccato infine che una tale politica, se è realmente tale, sia in contrasto con la Convenzione Onu contro la discriminazione dei diversamente abili, con la legge italiana 67 del 2006, con il Regolamento europeo sul trasporto aereo che disciplina i doveri delle compagnie e dei gestori aeroportuali (numero 1107/2007, articolo 3) nei confronti delle persone con ridotta mobilità.

Tutti questi peccati sono noti a chiunque abbia difficoltà di movimento. Ne sanno qualcosa alla Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap), il cui presidente in persona è stato lasciato a terra dall’Alitalia non più tardi dello scorso 29 agosto. Ma non sono noti al grande pubblico e quindi creano problemi enormi alle persone interessate e alle loro famiglie. Anche perché la norma europea lascia purtroppo margini di eccessiva discrezionalità alle deroghe.

Qualcuno potrebbe dire: beh, caricare a bordo una sedia a rotelle non è proprio uno scherzo.

La cosa è ovviamente opinabile.

Tornando ai fatti, Malpensa ha proposto alternative a Easy jet, ma ogni volta si trattava di compagnie che richiedevano la presenza di un accompagnatore (dunque, la regola sono le deroghe al regolamento piuttosto che la sua applicazione) a costi molto elevati. Il nostro giovane madrileno è stato a fine giornata portato di corsa a Orio al Serio (uno di quei piccoli scali che si vorrebbe chiudere?) dove Ryanair lo ha imbarcato senza fare una piega sul suo volo diretto alla capitale spagnola. Quindi, la cosa è fattibile.

Naturalmente, bisogna volerlo fare. E naturalmente, il passeggero ha dovuto pagare un nuovo biglietto.

In ogni caso, se dovesse capitare a voi, ricordatevi di chiedere immediatamente il rimborso e una spiegazione scritta del mancato imbarco e, se non vi ritenete soddisfatti, inoltrate subito un reclamo all’Enac, che è l’ente vigilante sull’applicazione del regolamento europeo citato. Se poi vi pare che ci siano gli estremi, inviate la storia alla Procura della repubblica. Magari trovate un giudice disposto ad occuparsene.

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