Benin. Si è concluso domenica il viaggio del Pontefice in Africa, luogo in cui si reca ogni volta che non si sente abbastanza ricco. La folla ha risposto con entusiasmo di fronte a un evento così importante. L’arrivo di un aereo. Il successo della visita è stato così grande che gli ha fatto quasi credere di essere davvero il rappresentante di Dio in terra.

Una visita che però mi è sembrata discutibile. Davanti a gente che versa nella più infima povertà, ho trovato di cattivo gusto ostentare quello sfarzo, quei paramenti preziosi, quelle ostie croccanti. Durante l’omelia, Benedetto XVI ha ricordato i malati di Hiv: «ogni malato di Aids merita rispetto e amore». Ma i preservativi no. Quelli scordateveli. Due anni fa, in visita in Camerun, il Papa aveva infatti ammonito: «non si combatte l’Aids distribuendo i preservativi che, anzi, aumentano i problemi». Specie se si rompono.

Io sto col Papa, su questa cosa. E mi sembra ottima anche l’idea del rogo di un sieropositivo ogni mercoledì. Sì, togliamo di mezzo i preservativi, così posso esercitarmi al rispetto e all’amore verso di voi, amici malati di Aids. Diffondiamo Cristo e le malattie veneree!

Le parole di Benedetto XVI hanno risuonato di speranza anche quando ha parlato della sfida contro l’analfabetismo, definito vero e proprio «flagello» che gli ha causato notevoli disagi durante la consultazione dei documenti alla dogana («Non mi riconoscete? Avete visto il cappello?» si sarebbe lamentato).  Si tratta del ventiduesimo viaggio pastorale che il Papa affronta dall’inizio del suo Pontificato. E per l’anno prossimo sono state già annunciate trasferte in Messico, a Cuba, in Medio Oriente, a Chieti. Il Papa sta trascorrendo l’inverno nella preparazione di questi impegni: sta stilando un documento in cui la Chiesa proibisce il jet lag, si è informato sulle tariffe locali del noleggio di papamobili, impara come si dice in tutte le lingue del mondo: «avete argilla calda per le vene varicose?», studia i percorsi sul suo mappamondo piatto. Il tutto in attesa della prossima Enciclica in cui Papa Ratzinger espliciterà, per la prima volta in assoluto, il principio di “teleconferenza”.

(NB: nessun aiuto Fao è stato somministrato ai bambini africani denutriti durante la lavorazione di questo articolo)

di Stefano Pisani

Il Misfatto, inserto satirico de Il Fatto quotidiano, domenica 27 novembre 2011

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