La Cuba di Raúl Castro dà il via alla cooperazione militare con la Cina e promette nuovi legami con l’Iran in funzione antioccidentale. Mentre la Russia è stata tra i 186 paesi membri dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a chiedere la revoca dell’embargo economico degli Stati Uniti.

La promessa di promuovere la cooperazione militare fra Cuba e la Cina e di rafforzare i rapporti bilaterali è stata fatta durante il meeting all’Avana fra Raúl Castro, capo dello stato e del governo di Cuba e fratello di Fidel, e Guo Boxiong, vicepresidente della Commissione centrale militare della Repubblica popolare cinese. Guo sta compiendo una visita dell’America Latina che includerà anche la Columbia e il Perù. Xinhua, l’organo ufficiale del governo cinese, riporta che Castro e Guo hanno scambiato i loro punti di vista su questioni internazionali di comune preoccupazione e hanno espresso soddisfazione per l’eccellente stato delle relazioni fra i due paesi, fra i partiti e i governi.

Dopo essersi congratulato con la Cina per i risultati raggiunti nello sviluppo economico e sociale, Castro ha detto di sperare che le due parti si uniscano e rafforzino gli scambi per portare le relazioni bilaterali a livelli ancora più stretti. Da parte sua Guo, che è arrivato all’Avana martedì per una visita di cinque giorni, ha detto che la Cina sta giocando un ruolo negli affari internazionali sempre più importante e ha dato “un contributo importante allo sviluppo e alla pace nel mondo”. Ha aggiunto che la Cina ha sempre visto Cuba come “un amico fedele e un fratello nel bisogno”. “Promuovere il dialogo e la comunicazione e potenziare il coordinamento e la cooperazione tra le due parti non è solo conforme agli interessi fondamentali dei due paesi e dei due popoli, ma contribuisce anche a salvaguardare la pace nel mondo e promuovere lo sviluppo comune”, ha detto Guo.

Cuba rafforza anche i legami con l’Iran. Il ministro cubano dell’Educazione superiore Miguel Diaz-Canel, membro del Politburo del Partito comunista, ha promesso un solido sostegno alla Repubblica islamica dell’Iran contro l’Occidente. Diaz-Canel si è riferito alle sanzioni promosse dagli Stati Uniti contro l’Iran e ha ripetuto che l’Avana continuerà a sostenere le posizioni di Teheran nell’arena internazionale. Lo ha affermato martedì 25 ottobre durante un incontro con il ministro iraniano dell’ Istruzione superiore Seyyed Mohammad Hossein, avvenuto in concomitanza del 36esimo meeting annuale dell’Unesco a Parigi. Diaz-Canel ha detto che Fidel Castro, leader della rivoluzione cubana, si è sempre opposto e ha sempre criticato “la politica guerrafondaia ed egemonica dell’Occidente” e ha auspicato l’aumento dei legami fra Iran e Cuba in materia accademica, tecnologica e culturale.

Da parte sua il ministro iraniano ha fatto riferimento alle tattiche “da bullo” del governo degli Stati Uniti e ha sostenuto che in realtà manca del coraggio necessario di portare avanti le minacce, dato che non è stato in grado di fare qualcosa di concreto contro Cuba, eccetto imporre una serie di sanzioni. Hosseini ha anche sottolineato l’incessante sostegno all’Avana negli ambienti internazionali e ha descritto i legami politici e colturali fra i due paesi come “costruttivi”.
Oltre all’allargamento e il rafforzamento dei rapporti politici, culturali e militari di Cuba con la Cina e l’Iran, due paesi apertamente critici dell’Occidente, Cuba si rafforza grazie al rinnovato sostegno della Russia. Il paese più importante dell’ex blocco sovietico in funzione anti-Nato il 25 ottobre ha votato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite per chiedere la revoca dell’embargo economico degli Stati Uniti. “Speriamo che la decisione del governo degli Stati Uniti di revocare alcune restrizioni […] sarà seguito da altre misure di normalizzazione delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti per togliere il blocco una volta per tutte”, ha detto il rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, Vitaly Churkin. Secondo il diplomatico russo l’embargo è “controproducente, complica la ricerca di modi per risolvere le controversie tra i due stati”. Il testo è stato adottato con 186 voti a favore, due contrari (Stati Uniti e Israele) e tre astensioni (gli stati di Palau, Isole Marshall e Micronesia). Dal 1962 a oggi ci sono state 20 risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite contro l’embargo e sin dal 1992 l’Onu lo ha condannato per violazione del diritto internazionale.

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