Quando il lato ridicolo della realtà supera la fantasia, ecco che la satira rischia la morte per estinzione della propria ragione sociale.

Mi ritrovo a fare questa riflessione tutte le volte che seguo Gli Sgommati, il programma in onda su Sky che ironizza sui personaggi della vita pubblica italiana utilizzando le marionette create a loro immagine e somiglianza. Tutto molto bello e azzeccato. Ma poi? Poi guardi la realtà e scopri che la caricatura fatta attraverso l’imitazione non ha ragion d’essere. Perché è la realtà stessa a essere caricaturale. E a quel punto quale spazio rimane per satira e sgommature varie? Tanto più quando la realtà caricaturale è costituita non soltanto da atti e comportamenti, ma persino dal materiale fisiognomico di cui sono costituiti i personaggi che colonizzano la nostra quotidianità. Se sono già sgommati al naturale, come pretendere di gommificarli?

Messa in questi termini, la coppia B&B (Berlusconi e Bossi) è emblematica. Più che due personaggi della vita pubblica, due maschere in disfacimento sospese fra il tragico e il ridicolo. Due gomme avariate nel mondo reale, rispetto alle quali l’operazione di sgommatura può avere soltanto effetto migliorativo. E quando mai la satira, a meno di volere sconfinare nel Bagaglino, può intestarsi un’operazione di riduzione del danno d’immagine?

Guardate alcune immagini dei due, fra le più emblematiche passate di recente sui massmedia. Il Berlusconi che la scorsa domenica affrontava le telecamere a Bruxelles, mentre a pochi passi da lì Merkel e Sarkozy ridevano di lui, faceva tornare alla mente il Sommario di decomposizione di Emil Cioran. Non protetto dal gioco amico delle telecamere orchestrate dai suoi entourage, ma mostrato nel suo reale stato attuale, egli mostrava una cera grumosa, decadente. Impietosa innanzitutto verso se stessa.

E che dire di Bossi? Le sue facce e i 12 (dodici!) sbadigli esibiti durante il discorso in cui il sodale chiedeva l’ennesima fiducia, dopo la bocciatura dell’articolo 1 del Rendiconto Generale dello Stato, sono da agguato situazionista. Un contrappunto costante che mandava in cenere le già improbabili pretese di serietà brandite dall’altro B. Cosa mai volete che ci sia da sgommare, partendo da una faccia e un campionario d’espressioni siffatte?

Certo, poi si pensa che è dal gioco d’equilibrio reciproco di due cosi così che dipendono le sorti del paese. E allora sì che c’è poco da ridere.

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