Nonostante la crisi economica, o forse proprio per far fronte alla crisi, a Bologna aumentano di quasi il 5 % gli immatricolati all’Università. Quello fornito oggi dai due prorettori Roberto Nicoletti e Gianluca Fiorentini, è un dato ancora parziale. Finora infatti si sono chiuse solo alcune iscrizioni alle lauree triennali e le altre lauree, quelle a ciclo unico e quelle specialistiche, chiuderanno le immatricolazioni al 30 novembre. Ad ogni modo , pagando una mora, chiunque può immatricolarsi fino al 31 dicembre. Il 4,9 % di nuovi studenti in più, comunque, non potrà che aumentare, e una proiezione prevede che a fine anno il dato definitivo si attesterà intorno a un + 6 % rispetto all’anno accademico 2010-2011.

La palma d’oro per il maggior aumento in termini percentuali va alla facoltà di Agraria, che con i suoi 582 nuovi immatricolati segna un aumento del 35 % rispetto allo scorso anno. Un aumento segno dei tempi: “La capacità attrattiva di una facoltà che tratta i temi dell’ecologia e della sostenibilità è molto forte in questi anni”, spiega Roberto Nicoletti. Salgono tutte di quotazione le facoltà scientifiche. Scienze, dopo Agraria è la facoltà con il maggior aumento delle immatricolazioni (+30 %). Chimica industriale sale quasi del 10 %. In totale, in Ateneo il numero degli immatricolati al 14 ottobre scorso è di 17.392, ma a fine anno si prevede di superare di gran lunga i 21 mila iscritti dello scorso anno.

Non tutte le facoltà sorridono. A piangere sono soprattutto quelle dove è stato inserito il numero chiuso o il test di orientamento obbligatorio. Quest’ultima prova ha riguardato Scienze politiche, dove il calo è stato quasi dell’11 %. “Il test di orientamento nel primo anno in cui viene introdotto, un po’ scoraggia, anche se non è una selezione, anche solo per il fatto che gli studenti devono venire a Bologna per fare quella prova”, spiega Fiorentini.

La facoltà di Lingue e letterature straniere passerà invece dalle 880 immatricolazioni dello scorso anno alle 588 programmate quest’anno. Non si sa neppure se si raggiungerà quella soglia del numero chiuso, visto che al momento gli iscritti sono circa 400. Gianluca Fiorentini, il prorettore economista, “tifoso” del numero chiuso, spiega così questi cali: “Il numero programmato ha scoraggiato moltissimi anche dal fare la prova, tuttavia il nostro è un investimento sul futuro. La facoltà di lingue con quasi mille iscritti era insostenibile. Dobbiamo badare anche alla qualità di ciò che offriamo a chi si iscrive”. Lo stesso discorso di lingue a Bologna riguarda Economia a Forlì, dove l’applicazione di un tetto agli immatricolati di 430, ha fatto passare i nuovi iscritti del 2010 da 460 a 320 attuali e non si sa se la soglia verrà raggiunta.

Intanto, da questi primi dati parziali emergono alcune curiosità. Pare ci sia un piccolo calo di Scienze della Comunicazione, che una volta faceva la parte da leone a Bologna. Anche qui la causa il pare essere il numero programmato. Si tratta, secondo i prorettori, di cali nelle immatricolazioni che poi verranno bilanciati da una minore dispersione in futuro: “Nella mia facoltà, a Economia . Spiega Fiorentini – l’introduzione dei tetti agli iscritti o dei test ha portato a un crollo dell’abbandono degli studi dal 25 % al 10 %”, spiega Fiorentini. “Nessuno vuole negare l’accesso all’università, del resto molte facoltà, se non si riesce a entrare a Bologna, si trovano al massimo a un’ora e mezza di treno”.

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