Il Corriere della Sera ha pubblicato in prima pagina un commento intitolato Il Compagno S. La firma è del “terzista” in servizio permanente effettivo Pierluigi Battista. Si comincia con una dato di fatto: la “tentazione di abbracciare il ‘compagno Scajola’, di descriverlo come un salvatore della Patria”. Dunque c’è un’opposizione, anzi una sinistra che vuole abbracciare e riconosce in uno come Scajola un “compagno” e un salvatore della Patria, solo perché potrebbe forse, insieme ad altri transfughi berlusconiani, far venir meno la maggioranza parlamentare di centrodestra. In effetti, come nota Battista, “tutto questo ha un sapore un po’ grottesco”, visto che sino all’altro giorno l’opposizione e soprattutto la sinistra lo bollavano come il “protagonista di case ‘a sua insaputa’”.

Ma, a parte il fatto che a chiamarsi “compagni” non è rimasto più nessuno in Parlamento, sinora avevamo assistito all’impotenza del centrosinistra e alla sua contentezza per i maldipancia interni al centrodestra. Un sentimento, questo, elementare, primitivo, comprensibilissimo. Non si può forse continuare a ritenere Scajola quello che è e, contemporaneamente, sperare (magari invano) che lui, Pisanu e qualche altro opportunista faccia cadere Berlusconi?

“Viva Scajola, purché cada il Caimano. E tutti a sperare nell’imboscata, nel trappolone, nella cospirazione”
. E allora? E’ chiaro che a Battista, legittimamente, potrebbe non fregare assolutamente nulla dell’uscita di scena di Berlusconi, ma perché non dovrebbe altrettanto legittimamente sperare nell’imboscata, nel trappolone, nella cospirazione chi non la pensa come Battista? Difatti, guarda un po’, c’è chi ritiene che l’uscita di scena di Berlusconi, comunque determinata, sia di per sé un primo, fondamentale passo per ricominciare a fare politica, e a confrontarsi e a scontrarsi politicamente (anche con i peggiori democristianoni).

“Tutti pronti a ‘baciare il rospo’”.
Qui, come per il “compagno” e il “salvatore della Patria”, Battista dipinge una situazione grottesca per scrivere: “Tutto questo ha un sapore un po’ grottesco”. A Roma si dice: se la canta e se la sona. Il parallelo con il “rospo” Dini infatti non esiste, per il semplice motivo che fra tutte le fesserie dette e fatte in questi anni, mesi e ore dal centrosinistra, non c’è nulla che faccia pensare anche solo lontanamente all’ipotesi di un dicastero-Scajola.

E ancora: “Come se il ‘papa straniero’ a lungo invocato… dovesse per forza di cosa essere un transfuga dell’altra parte”. Anche questa una ipotesi (grottesca) totalmente inventata. Il massimo del grottesco in materia di “Papi stranieri” – non a lungo invocati, ma oggetto di qualche battutina e avventati retroscena – lo si è raggiunto mesi fa con accenni ad ipotetiche candidature a premier pescate dalla “società civile”. Mai nessun accenno a Scajola, ammetta Battista!

E infine: Scajola “santificato dai suoi ex nemici”. Anche questo grottesco, ma inventato.

Ora, l’elenco delle fesserie fatte e dette da esponenti del centrosinistra è interminabile: basti solo pensare al fatto che, di fronte al crollo verticale della credibilità e del consenso di Berlusconi, non si vede un’alternativa credibile (elemento peraltro all’origine della nascita, dello sviluppo e della sopravvivenza del regime berlusconiano). Ma è singolare che qualcuno sul Corriere della Sera gli attribuisca come colpa lo sperare e il tifare per il trappolone e quindi per la caduta di Berlusconi, e si inventi che per questo il centrosinistra si sia contraddittoriamente innamorato di Scajola, e che lo veda come un “compagno” e come un “rospo da baciare”.

Per Battista, il centrosinistra dovrebbe dire: no, se è Scajola, quello dell’appartamento acquistato “a sua insaputa”, a far cadere Berlusconi, e se per arrivare a questo dobbiamo assistere a una volgare imboscata, a un vile trappolone o a una ingrata cospirazione, allora no, preferiamo che Berlusconi rimanga in piedi…
Grottesco, no?

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