Due commissioni d’inchiesta, un’indagine della magistratura, sette indagati e una donna, che a soli 33 anni, ha perso la vita all’ospedale Bentivoglio, nella bassa bolognese, dopo aver partorito il suo quarto figlio con cesareo e in anestesia totale.

Ma non è il primo tragico fatto che coinvolge questo ospedale di provincia: da anni si verificano “eventi sentinella”, come li chiama la Direzione dell’Azienda Usl di Bologna, che in un comunicato fa sapere di aver “deciso di istituire un’apposita commissione di analisi e valutazione delle attività cliniche dell’ostetricia e della ginecologia dell’ospedale Bentivoglio”. I vertici dell’azienda sanitaria hanno messo sott’inchiesta il reparto a causa del “verificarsi nel corso degli ultimi anni di alcuni episodi con le caratteristiche degli eventi sentinella”, chiedendo all’Assessorato Regionale alle Politiche per la salute di indicare nomi di professionisti che possano integrare ed arricchire la Commissione.

E anche Roma si è mossa dopo la morte della donna. Sul caso, infatti, indagherà anche la commissione nazionale d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale, presieduta da Ignazio Marino, che invierà i Nas. Secondo il senatore “è importante accertare che siano state seguite le procedure e i protocolli del caso. L’Emilia Romagna è una regione che conosce realtà sanitarie di eccellenza, è importante compiere ogni accertamento per assicurare che non vengano meno, in alcune situazioni, le garanzie di sicurezza offerte dalle sue strutture”.

Intanto la procura di Bologna, dopo aver fatto sequestrare la cartella clinica, continua a lavorare, iscrivendo sul registro degli indagati sette persone. Il pm Giuseppe Di Giorgio, che ha aperto il fascicolo per omicidio colposo, avrebbe indagato medici, ostetrici e infermieri che si sono occupati del caso come atto di garanzia, per poter nominare i propri consulenti per l’autopsia, che verrà eseguita domani.

Secondo la ricostruzione dell’Ausl, la donna sarebbe stata ricoverata tre giorni fa a Bentivoglio per induzione al parto, durante il quale si è presentata un’anomalia del tracciato cardiotocografico che ha fatto presagire una sofferenza fetale. I medici hanno deciso un parto cesareo in anestesia generale, con la nascita di un bambino sano. Ma poco dopo, la giovane donna pakistana ha manifestato i segni di una grave bradicardia ed è stata sottoposta alle manovre di rianimazione, inutili.

Intanto nel reparto pediatrico dell’ospedale di Bentivoglio il piccolo Tosef sta bene. Come racconta Repubblica Bologna, però, ancora una volta i medici e gli infermieri si sentono cadere il mondo addosso. E alcuni di loro hanno il terrore di lavorare: paura di sbagliare, ancora. Qualcuno riferisce addirittura che ogni volta che c’è un parto, in molti sperano di non essere in servizio. Un’aria irrespirabile, che gli occhi delle due commissioni e della magistratura, ora, renderanno ancora più pesante.

Ma visti gli “eventi sentinella” degli ultimi anni, quegli occhi puntati sull’ospedale Bentivoglio sembrerebbero necessari. Nel dicembre del 2007, infatti, una giovane donna marocchina perse il suo bimbo durante il parto. Nell’ottobre del 2009, invece, morì una marocchina di 34 anni, dopo un parto urgente a causa di complicanze improvvise, caso poi archiviato dal Giudice. Nell’agosto dello scorso anno una neonata morì soffocata dal cordone ombelicale; per questa vicenda c’è una richiesta di archiviazione da parte della procura per i nove, tra medici e ostetriche, che erano finiti indagati. A metà settembre una bambina fatta nascere con il forpice ha subito gravi danni cerebrali, mentre alla madre è stato asportato l’apparato riproduttivo. Da ultimo un cesareo finito male, che ha ucciso pochi giorni fa la giovane donna pakistana, e che ha fatto scattare le indagini, oltre che della magistratura, anche dell’Ausl di Bologna e della commissione nazionale d’inchiesta.

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