Chi lo conosce sostiene che Diego Della Valle sia convinto d’essere un genio della comunicazione. E fin qui, fatti suoi. Ciascuno è libero di farsi ogni convinzione su se stesso; specie se è ricco e potente, tanto da non trovare nessuno (a cominciare dai più stretti collaboratori) disposto a metterne in discussione le certezze. Ma se poi c’è da giudicare i contenuti e la qualità delle sue comunicazioni, allora il discorso cambia.

Il suo messaggio a pagamento pubblicato sabato 1 ottobre da diversi quotidiani, e intitolato “Politici ora basta”, genera parecchie perplessità. Non  solo quanto a contenuti, ma anche nella forma. Farlo pubblicare gli sarà costato diverse decine di migliaia di euro, ad andar cauti. Se avesse speso altri cento euro per farlo rivedere da un medio studente di liceo si sarebbe risparmiato qualche scivolone grammaticale.

Per esempio, ecco il seguente passaggio: “Anche una parte del mondo economico (intendo quella che non vive di mercato e di concorrenza) ha le sue gravi responsabilità della condizione in cui ci troviamo ora: per troppo tempo ha infatti avuto rapporti con tutta la politica (in base alle opportunità e alle conseguenze del momento) sostenendola in tanti modi, senza mai richiamarli al senso del dovere e nell’interesse dell’Italia”. Notate bene: il mondo economico ha avuto rapporti con la politica, sostenendola e senza mai richiamarli al senso del dovere. Se la frase ha un senso, a essere richiamata sarebbe la politica. E allora, perché richiamarli anziché richiamarla? Inoltre, quel “e nell’interesse dell’Italia” pare buttato lì a casaccio. Come se dovesse mettercelo per forza.

Ancora: “Ora la gravità della situazione impone che le componenti della società civile più serie e responsabili, che hanno veramente a cuore le sorti del Paese (politici-mondo delle imprese-mondo del lavoro) si parlino e si adoperino tra di loro e lavorino con la competenza e la serietà necessaria questo momento difficile”. Poiché le qualità richiamate per lavorare sono due (la competenza e la serietà), l’aggettivo dovrebbe essere al plurale (necessarie, non necessaria).

Infine, ecco uno stupendo anacoluto a chiudere il messaggio: “A quei politici (…) saremo sicuramente in molti a volergli dire di vergognarsi”.

Lui invece sarà fiero di quanto scritto.

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