Via libera ai treni delle scorie nucleari diretti in Francia. Lo ha stabilito il 13 luglio scorso la prima sezione del Tar del Lazio respingendo la richiesta di sospensione fatta dal Movimento 5 Stelle Piemonte, dalla federazione Pro Natura e dal Comune di Villar Focchiardo (To) relativa ai trasporti di materiale radioattivo dai centri di Saluggia e Trino verso l’impianto Areva di La Hague, dove le scorie devono essere riprocessate. Nel dispositivo cautelare della corte presieduta da Giorgio Giovannini però si segna un punto a favore dei ricorrenti: è stato sottolineato il diritto all’informazione che – tuttavia – deve sottostare alla necessità di far continuare i viaggi: “Il principio è stato riconosciuto nella sua legittimità, ma è stata considerata prioritaria l’utilità del trasporto – dichiara a ilfattoquotidiano.it il consigliere regionale Davide Bono -. Sicuramente quel principio verrà preso in considerazione nel proseguo del ricorso e speriamo avvenga prima della fine dei transiti”. Si tratta di una piccola vittoria in questa battaglia a cui si aggiunge la volontà dell’assessore regionale all’Ambiente, Roberto Ravello, e della collega delegata ai trasporti, Barbara Bonino, di lanciare una campagna informativa per i cittadini delle aree interessate.

Al centro del ricorso ci sono alcuni provvedimenti del governo, della giunta regionale e delle prefetture in contrasto con la direttiva 618 del 1989 della Comunità europea sull’energia atomica (già ripresa dal decreto legislativo 230 del 1995 e dalla legge regionale n° 5 del 18 febbraio 2010) per cui gli Stati devono garantire informazioni preventive sulle misure di protezione e sul comportamento da adottare in caso di emergenza. Ad andare contro questo principio – si legge nel documento preparato dall’avvocato Daniela Bauduin – sono il decreto del Presidente del Consiglio del 10 febbraio 2006, “Linee guida per la pianificazione di emergenza per il trasporto di materie radioattive e fissili”, la delibera della giunta piemontese di Roberto Cota del 19 gennaio scorso e i piani di emergenza delle prefetture di Torino, Alessandria, Asti e Novara: nessuno di questi documenti obbliga a informare la popolazione in anticipo. Se per l’avvocatura dello Stato la mancata informazione è motivata dai rischi di attività sovversive, per i giudici amministrativi ci sono altre priorità a cui badare. L’interesse principale da tutelare è la continuazione del trasporto delle scorie a La Hague, frutto di accordi internazionali per la dismissioni delle centrali nucleari italiane. Nel ricorso si chiedeva anche la sospensione in via cautelare dei transiti in attesa della decisione definitiva, ma la richiesta è stata respinta perché il pericolo è ritenuto solo ipotetico.

Ora si aspetta che il Tar del Lazio stabilisca la data per l’udienza di merito. A settembre i legali dei ricorrenti depositeranno una memoria documentata sui rischi e un’istanza di prelievo d’urgenza, un atto che permetterebbe di discutere la questione in anticipo, prima della fine dei trasporti prevista per il 2012. In caso contrario il ricorso diventerebbe improcedibile per “sopravvenuta carenza di interesse”. Nel frattempo, fanno sapere dall’assessorato all’Ambiente, sono state previste delle iniziative per informare amministrazioni pubbliche e cittadinanza sul trasporto delle scorie. Il tavolo per la trasparenza nucleare, che si riunisce periodicamente per dare il crono-programma agli amministratori, ha chiesto al ministero dell’Interno di avviare una campagna informativa rivolta ai cittadini. “Era preferibile avviare la campagna informativa con qualche mese di anticipo – ha osservato il consigliere Idv Andrea Buquicchio durante l’ultima assemblea -. Spero che avvenga in tempi brevi, seguendo i canoni di completezza e indipendenza d’informazione”.

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