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Pranzo Milanese – Capaldo, la procura di Roma chiede gli atti

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Il procuratore di Roma Giovanni Ferrara ha richisto alla Procura di Napoli i verbali di interrogatorio nei quali, nell’ambito dell’inchiesta napoletana su Marco Milanese, si fa riferimento al pranzo, nel dicembre dello scorso anno, al quale presero parte, oltre al deputato Pdl, il ministro Giulio Tremonti ed il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo.

Gli atti istruttori, insieme con la relazione sull’accaduto già consegnata da Capaldo a Ferrara, saranno poi “girati” alla procura generale presso la corte di appello, organo di vigilanza e di controllo presieduto da Luigi Ciampoli, ai fini di una valutazione. Se la procura generale riterrà che sussistano gli estremi per l’esercizio di un’azione disciplinare, la documentazione sarà inviata per competenza alla procura generale presso la Corte di Cassazione. Eventuali rilievi di natura penale sarebbero, invece, di pertinenza della procura di Perugia.

Nella relazione a Ferrara, il procuratore aggiunto Capaldo sostiene di non aver sollecitato alcun incontro con il ministro dell’Economia e di aver accettato l’invito a pranzo dall’avvocato Luigi Fischetti ignorando la presenza di Milanese, finito sotto inchiesta a Roma nel gennaio successivo nell’ambito di un risvolto dell’inchiesta del pm Paolo Ielo sugli appalti Enav. All’epoca del pranzo Capaldo era titolare, tra l’altro, dell’inchiesta sugli appalti Finmeccanica. Il magistrato, nella relazione a procuratore Ferrara, ha sostenuto che durante quel pranzo, definito da Milanese “conviviale”, non si parlò di indagini giudiziarie.

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