Dal 19  al 22 luglio del 2001 a Genova, in occasione del G8, si consumò la “vergogna della caserma  Diaz“, una vera e propria sospensione della legalità e della Costituzione. In quelle ore si consumò una sorta di colpo di stato temporaneo, una riedizione dello squadrismo, con tanto di inni fascisti, di saluti romani, di pestaggi consumati a freddo, di caccia all’uomo e alle donne,  identificati come presunti terroristi.

L’Italia di Berlusconi e di Scajola, allora ministro degli interni, si espose alle violente reazioni internazionali, perchè tra i pestati vi erano anche giornaliste e giornalisti stranieri picchiati perchè tentavano di fare il loro mestiere di cronisti. Sull’asfalto restò anche il giovane Carlo Giuliani, e per ore si tentò di far credere che ad assassinarlo fossero stato i suoi stessi compagni.

Il polo Raiset, tranne le solite lodevoli eccezioni, si distinse per faziosità, omissioni, censure, cancellò persino i volti e le voci di quei funzionari di polizia che non avevano tradito la loro divisa e non avevano esitato a parlare di “macelleria messicana”. Da allora ci sono state sentenze, condanne, ammissioni di colpevolezza, persino qualche rimozione, anche  se molto resta ancora da accertare  e da scrivere in termini giudiziari, di ricostruzione storica, di accertamento delle responsabilità politiche.

Le ferite restano aperte, a tal punto che la Rai non ha programmato nulla per ricordare quei  giorni del 2001. La denuncia clamorosa è venuta da Carlo Freccero, uno degli ultimi talenti rimasti nella Rai di oggi, direttore di Rai 4, che aveva programmato la proiezione  dello straordinario documentario Bella Ciao, curato  da Marco Giusti  e da Roberto Torelli, e che persino il Festival del cinema di Cannes aveva voluto ospitare, tributandogli un lungo, significativo applauso.

Ebbene la Rai non ha ritenuto di promuovere l’evento, non ha predisposto neppure uno spot promozionale, non ha neppure pensato a sostituire una delle tante repliche con un evento  speciale dedicato ai giorni di Genova, dando spazio a tutte le voci, illuminando quello che si vorrebbe oscurare. Del resto se al Tg1 è concesso di dare spazio alla corsa sui tacchi a spillo, perchè mai si dovrebbe dare spazio a chi vorrebbe ricordare anche i manganelli rotti sulle teste e sulle schiene di tante ragazze e di tanti ragazzi che credevano e credono che “un altro mondo è possibile”?

Chiunque volesse reclamare anche un’altra Rai, firmi pure la petizione lanciata da Articolo 21 che chiede ai vertici della Rai non solo di promuovere la visione del film Bella Ciao, ma anche di organizzare un’intera serata dedicata alla rievocazione dei ” giorni della vergogna”.

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