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Barbareschi indagato per la piscina abusiva Lui smentisce e attacca: “Stampa vergognosa”

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Una villa da 200 metri quadri a Filicudi, nelle isole Eolie, non bastava a Luca Barbareschi. L’attore e parlamentare del gruppo misto – ex Fli – sarebbe ora indagato per abuso edilizio dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, nel messinese, per aver fatto costruire una piscina di sei metri per tre nella sua villa, ampliando parti dell’edificio, senza averne l’autorizzazione. Ma lui smentisce: “Non mi è arrivato nessun tipo di notifica”. La villa del deputato si trova in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, un’area di pregio nell’isola patrimonio dell’Unesco.

E’ questa la tesi del sostituto procuratore Giorgio Nicola, che ha condotto le indagini preliminari. Barbareschi, che secondo le agenzie di stampa è stato raggiunto da un’avviso di garanzia, ha ora venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogato e chiarire la sua posizione, oppure presentare una memoria difensiva che lo discolpi. “La notizia fa come al solito un gran polverone inutilmente – commenta il deputato – e non capisco coma sia arrivato tutto agli organi di stampa prima di esserne io informato, non essendomi giunta nessun tipo di notifica”.

Ma la vicenda della presunta piscina abusiva parte da lontano. Già la scorsa estate all’attore e politico era stata recapitata un’ordinanza di demolizione, a seguito di una denuncia dei Carabinieri. Che in un sopralluogo nella villa assieme ai tecnici comunali hanno rilevato variazioni nella planimetria della costruzione e l’allargamento di un vano. Barbareschi aveva allora opposto un’istanza alla sovrintendenza di Messina. Provvedimento che è stato accolto, “in quanto è stato stabilito – ricorda il deputato – che non c’è stato nessun abuso edilizio”. L’ultima parola spettava comunque al Comune di Lipari.

Adesso, invece, al caso potrebbe essersi interessata la procura. “Ritengo vergognoso – commenta Barbareschi – questo continuo tornare su una questione prima ancora che lo stesso magistrato inquirente tragga le conseguenze e decisioni”. E punta il dito contro i giornalisti, che “si sostituiscono ai tribunali amplificando notizie e situazioni – conclude – prima ancora che la magistratura si esprima”.

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