“Discrezione e rispetto, senza forzature politiche e contrapposizioni personali”. Sono queste secondo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le linee guida da seguire nella scelta del nuovo vertice di Bankitalia. Per preservare “da laceranti dispute” il “prestigio internazionale” dell’istituzione. Dimostrato, ricorda il capo dello Stato, dalla nomina del suo ex presidente Mario Draghi alla guida della Bce. Occasione di prestigio, certo, ma che ha anche provocato una serie di grandi manovre interne e diplomatiche. Per favorire la nomina di Draghi, così come per trovare il suo successore.

Il richiamo all’ordine di Napolitano, espresso in una nota, si è reso necessario per il “serrato dibattito politico” che “si va sviluppando sulla questione”, scrive il presidente. Forzature politiche e contrapposizioni personali, sottolinea nella nota il Quirinale, che “non gioverebbero alla serenità della decisione che spetta ai soggetti istituzionali indicati dalla legge”. Eppure, entrambe le nomine, sono anche frutto di delicati equilibri internazionali. Il nome più accreditato sembra essere quello di Lorenzo Bini Smaghi. Le cui dimissioni dai vertici della Bce sono state chieste ufficialmente proprio per agevolare la nomina di Draghi a capo dell’organismo internazionale. La necessità era quella di liberare un posto: da poter far ricoprire all’esponente di un altro Paese, precisamente la Francia, in cambio dell’appoggio del presidente Nicolas Sarkozy alla candidatura dell’italiano Draghi. A Bini Smaghi, in cambio, potrebbe essere affidata la poltrona che fu proprio dell’ex governatore.

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